
La casa d’accoglienza della Charitas in via Panni e i due nuovi mezzi
E’ una grande casa in cui vivono, trascorrendo il proprio tempo tra attività interne ed esterne, settanta ospiti tra i 12 (il più piccolo) e i 65 anni. Addentrarsi nei diversi nuclei della struttura è commovente per come gli operatori si prendono cura degli ospiti, per la tipologia di servizi che offrono e per l’amore che donano. Ognuno ha la propria cameretta, da quella più arredata a quella ‘fatta’ di soli materassi, per questioni di sicurezza. Parliamo dello storico istituto Charitas di Modena, nato nel 1942 per volontà di Monsignor Ermanno Gerosa e nel 2008 divenuto Azienda di Servizi alla Persona (ASP). Una struttura dedicata alla cura e assistenza delle persone con disabilità psico-fisica grave e gravissima unica nel suo genere e che continua a crescere soprattutto grazie ai familiari dei pazienti.
Proprio ieri l’associazione Familiari Charitas Aps ha compiuto 30 anni e nell’occasione, in strada Panni si è svolta l’inaugurazione di ben due nuovi mezzi di trasporto per gli ospiti. Un traguardo raggiunto grazie a tanti donatori e che è stato celebrato alla presenza di familiari, amici e rappresentanti delle autorità cittadine. Se la struttura è sinonimo di eccellenza nel settore, ci sono però tanti elementi che potrebbero contribuire al miglioramento. Infatti sono quasi sempre i familiari degli ospiti ad acquistare mobili ‘speciali’, attrezzature e ausili: è innegabile che maggiori risorse dedicate farebbero la differenza. Inoltre – hanno sottolineato i parenti dei giovani e adulti che vivono nella struttura – c’è un grande tema che li preoccupa. Per alcuni degli ospiti il rapporto con gli operatori, ad esempio, è uno a uno e per tutti loro quella grande casa è la loro casa, quella in cui sono cresciuti. La normativa, però, prevede che possano rimanervi solo fino a 65 anni, quando dovranno essere trasferiti in residenze per anziani. "Per le persone con autismo il trasferimento rappresenta un evento traumatico – sottolineano – Questa è la loro casa e dovrebbe essere fatto un ragionamento ‘politico’ per garantire la loro permanenza". Per tanti ospiti la routine è fondamentale, così come le diverse attività outdoor organizzate quotidianamente. Altro tema delicato, quello dei minori: da pochi anni hanno iniziato ad accedervi e, al momento, gli ospiti minori di 18 anni sono soltanto due ma, sul territorio, non esiste un servizio di emergenza urgenza dedicato ai minorenni. "Sono seguiti dai neuropsichiatri – raccontano le mamme – ma in situazioni di emergenza non c’è un contatto diretto e ci siamo trovate ad affrontare da sole situazioni drammatiche". La casa di via Panni è un posto dove c’è vita e grande solidarietà. I nuclei, veri e propri appartamenti ospitano piccoli gruppi e sono attrezzati a seconda delle ‘autonomie’ degli inquilini. Da ieri gli ospiti potranno usufruire anche dei nuovi mezzi per spostarsi. (Gli spostamenti non sono certo semplici).
La presidentessa dell’associazione, Michela Anna Guerra, sottolinea come la stessa sia nata per unire parenti e familiari dei ragazzi che vivono nella struttura. "Oggi l’Associazione continua a lavorare per il loro benessere, affinchè abbiano ogni tipo di possibilità anche all’esterno di quella che è la loro casa, che è il Charitas". "Una giornata importantissima quella di oggi perché celebriamo i 30 anni dell’associazione familiare Charitas" afferma Chiara Arletti, direttrice dell’Asp Charitas Modena. Il presidente Mauro Rebecchi, presidente Asp Charitas, ha ringraziato coloro che hanno donato i mezzi. Presente ieri anche la vice sindaca Francesca Maletti: "In questi 30 anni l’associazione ha collaborato attivamente rispetto anche ai miglioramenti da fare in questa casa nella quale abitano tante donne e uomini".
Valentina Reggiani