Modena, 17 settembre 2024 – Denunciare le iniquità del mondo attraverso talk, cinema, teatro, arte, mostre e musica. La memoria storica corre a Émile Zola, che nel 1898 fu il primo ad avere il coraggio di parlare pubblicamente di un’ingiustizia nella sua celebre lettera al Presidente della Repubblica francese: ed è intorno a questa necessità di mettere la verità prima di tutto che ruota la decima edizione di Dig dal titolo ‘J’accuse’. Il più importante festival europeo dedicato al giornalismo investigativo e di reportage – che omaggerà questa volta l’informazione indipendente – torna per il quinto anno consecutivo sotto la Ghirlandina, confermando Modena come crocevia di grandi eventi, dopo l’ultimo trionfale weekend filosofico.
La manifestazione, in programma da domani, 18 settembre, fino al 22, propone una cinque giorni con oltre cento appuntamenti (tutti gratuiti, tranne film e concerti) e altrettanti ospiti da ogni angolo del mondo, con focus dedicati a tematiche attuali e delicate: dai disastri ambientali in Europa fino ai nuovi fascismi, dagli scenari di guerra a Gaza e in Ucraina fino alle diseguaglianze sociali, la criminalità organizzata e l’intelligenza artificiale. Dig si conferma festival diffuso nel cuore cittadino, con iniziative negli spazi del collegio San Carlo, al cinema Astra e il Complesso San Paolo. Tanti i nomi illustri che arriveranno al festival (il programma completo è disponibile sul sito ufficiale e i canali social), tra cui Francesca Albanese, attuale relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati (protagonista della lectio magistralis d’inaugurazione del festival il 19 settembre nella Chiesa di San Carlo); il magistrato antimafia Nino Di Matteo (il 18 sera); la leggenda del giornalismo israeliano Meron Rapoport e l’attivista palestinese Mona Shtaya (entrambe sabato 21); la data journalist statunitense Premio Pulitzer Julia Angwin (venerdì 20). A Modena sbarcheranno tanti reporter, autori e autrici: tra questi Eddi Marcucci, Francesca Coin, Stefano Liberti, Christian Raimo, Janek Gorczyca, Matteo Nucci, Philip Di Salvo, Gianni Barbacetto, Saverio Lodato e tanti altri. La cinque giorni è stata raccontata ieri al Collegio San Carlo: presenti i direttori artistici di Dig, Alberto Nerazzini e Valerio Bassan; il sindaco di Modena, Massimo Mezzetti; l’assessore alla Cultura, Andrea Bortolamasi; il responsabile settore Attività Culturali della Regione, Gianni Cottafavi; il presidente della Fondazione di Modena, Matteo Tiezzi; ed Edith Barbieri, direttore generale della Fondazione Collegio San Carlo.
Con loro alcuni dei (tanti) partner che sostengono e patrocinano Dig, tra cui Legacoop, Coop Alleanza 3.0, Cineteca Bologna, Festivalfilosofia, Global Investigative Journalism Network, Consiglio Nazionale Ordine dei Giornalisti e molti altri.
Oltre ai talk pubblici, il festival è anche cinema e grandi documentari: al Cinema Astra saranno proiettati i film finalisti delle cinque categorie video dei Dig Awards, selezionati tra 400 opere arrivate da tutto il mondo. A presiedere la giuria è Paul Radu, giornalista investigativo rumeno.
Nel segno della contaminazione e della sperimentazione anche il programma artistico, dedicato a mostre e musica: sono tre, in particolare, le esposizioni esclusive con la personale di Michelangelo Setola, artista e fumettista, ospitata nella Chiesa del Complesso San Paolo; le opere finaliste agli European Cartoon Awards 2024 e la mostra ‘Nel mirino della memoria. Ritratti dei giornalisti uccisi in Palestina’, entrambe allestite nella sede Dig in via Santa Chiara 14. Spazio anche ai concerti nella sezione ‘Dig Off’ con il live dell’artista italo-canadese James Jonathan Clancy e il leggendario cantautore texano Micah P.Hinson.