
Gli slogan in centro. Mezzetti: "Femminicidi, non bastano pene più severe"
"Se le nostre vite non valgono noi scioperiamo. Lotto, boicotto, sciopero. Non una, non una, non una di meno". Un corteo a contrasto di ogni forma di discriminazione, violenza, guerra, contro ogni forma di patriarcato. E’ quello andato in scena ieri mattina in centro a Modena, partendo da Piazza Grande e organizzato da ‘Non una di meno’ per rivendicare il significato della Giornata Internazionale della Donna. Un corteo transfemminista a cui hanno partecipato circa duecento persone per rivendicare i diritti delle donne e delle persone LGBTQIA+. Il corteo ha attraversato le vie del centro cittadino rivendicando uguaglianza salariale, accesso al lavoro, rappresentanza politica ma anche contrasto ai femminicidi, ai transcidi, ai lesbicidi, alle violenze e alle molestie e chiedendo il riconoscimento dei diritti delle persone transgender, intersex e non binarie.
"Una condanna non ci riporta le nostre sorelle morte, noi vogliamo che le donne smettano di morire – hanno dichiarato ieri in piazza. Nel 2025 le donne vengono ancora trattate come l’ultimo gradino della società – ha sottolineato Federica Luppi. Tra gli ‘slogan’ della manifestazione anche il diritto all’autodeterminazione; all’aborto sicuro e legale. "Salutiamo positivamente la maggiore severità di pena per chi compie un femminicidio – ha sottolineato il sindaco Mezzetti – ma l’affermazione dei diritti delle donne, la pratica della non violenza deve essere qualcosa che coltiviamo tutti i giorni dell’anno anche attraverso un’iniziativa formativa. Critico il fatto che il Governo rifiuti di introdurre nelle scuole una educazione all’affettività che educhi i ragazzi dall’età più tenera a rispettarsi tra generi diversi. Un rifiuto inspiegabile, parte di questo tipo di cultura".
Presente anche Udi con un banchetto in piazza Mazzini: "Noi ribadiamo che l’8 marzo è la giornata della donna, non la festa. L’otto marzo nasce come giornata di lotta e la mimosa è un fiore politico – ha spiegato la presidente modenese Serena Ballista. È giusto che vi sia un reato isolato di femminicidio ma l’approccio punitivo non è sufficiente: non ci accontentiamo di morire morte ammazzate sapendo che il nostro femminicida avrà l’ergastolo"
Valentina Reggiani