MARIA SILVIA CABRI
Cronaca

La speranza di Shoval: "Mio zio da 471 giorni è ostaggio di Hamas. Pronto a riabbracciarlo"

Ieri le prime persone liberate, il coraggio del 28enne studente in città: "Tornerò in Israele per lui, da 15 mesi stiamo lottando per riaverlo a casa".

Ieri le prime persone liberate, il coraggio del 28enne studente in città: "Tornerò in Israele per lui, da 15 mesi stiamo lottando per riaverlo a casa".

Ieri le prime persone liberate, il coraggio del 28enne studente in città: "Tornerò in Israele per lui, da 15 mesi stiamo lottando per riaverlo a casa".

"Quando ho saputo che tre donne israeliane erano state liberate da Hamas ho sentito dentro un forte sentimento di speranza. Mio zio materno Ohad Ben Ami è stato rapito 471 giorni fa e speriamo che anche lui possa tornare a casa all’inizio di febbraio". A parlare è Shoval Abend, 28 anni: vive a Modena dove studia Medicina ma, come afferma, "cerco di organizzarmi con l’università e gli esami così ogni volta che posso torno in Israele".

Il 7 ottobre 2023, i suoi zii sono stati rapiti da Hamas, mentre erano nella loro abitazione nel Kibbutz di Be’eri, a quattro chilometri da Gaza: "Erano a letto, hanno sentito dei rumori e poi i terroristi sono entrati nella loro camera da letto, hanno distrutto tutto, portandoli via entrambi, insieme ai soldi e ai documenti. Per fortuna in quel momento le loro tre figlie non erano presenti. La zia Raz, che è sorella di mia madre, è stata liberata dopo 54 giorni, fisicamente sta bene ma è sempre in attesa del ritorno di suo marito. Da 15 mesi non abbiamo sue notizie, è veramente drammatico questo: prossimamente renderanno nota una lista degli ostaggi vivi e dei morti, da quello che sappiamo lo zio è vivo, ma siamo sempre in attesa e ansia".

Come spiega Shoval, "il 7 ottobre 2023 sono state rapite 242 persone, nella prima fase ne sono state liberate 112. Ora è iniziata un’altra fase di ‘transizione’ che durerà 42 giorni e dovrebbe portare a rilasciare 33 dei 95 ostaggi rimasti. Lo zio dovrebbe rientrare tra questi 33, ma solo 24 ore prima della liberazione si avranno notizie più sicure".

Una cosa è però certa: "Quando lo libereranno (i rilasci avverranno gradualmente, ndr) io tornerò in Israele perché voglio vederlo, accertarmi con i miei occhi di come sta e capire come è la situazione". L’ultima volta che Shoval è stato in Israele risale al luglio scorso: "Non ho paura a tornare nella mia terra. Da 15 mesi io e tutta la mia famiglia ci stiamo incontrando con diplomatici e ambasciatori provenienti da tutto il mondo per chiedere il loro aiuto, per facilitare un accordo che permetta a mio zio di tornare sano e salvo, insieme a tutti gli altri rapiti portati via senza aver fatto del male a nessuno. Io e i miei cugini – dice determinato Shoval – abbiamo girato il mondo affinché ci aiutino a riportare Ohad a casa".