STEFANO MARCHETTI
Cronaca

Lo scrittoio di Tarquinia e le note della duchessa

Fra gli oggetti in esposizione spicca una copia manoscritta del ’Canzoniere’ dalla raccolta Molza Viti.

La copia manoscritta del ’Canzoniere’ in rotolo di pergamena, proveniente dalla raccolta Molza Viti ed esposta fino al 2 agosto alle Gallerie Estensi

La copia manoscritta del ’Canzoniere’ in rotolo di pergamena, proveniente dalla raccolta Molza Viti ed esposta fino al 2 agosto alle Gallerie Estensi

Fra le curiosità della mostra dedicata a Francesco Petrarca, spicca la ricostruzione ideale dello scrittoio di Tarquinia Molza, donna di corte, poetessa, letterata e anche musicista, che visse proprio negli anni fra il ‘500 e il ‘600, con il passaggio della corte estense da Ferrara a Modena.

Dalla raccolta Molza Viti proviene un oggetto meraviglioso, una copia manoscritta del ’Canzoniere’ di Petrarca in rotolo di pergamena che si avvolgeva e si custodiva in un astuccio di pelle, come un prezioso segreto.

"Il Cinquecento valorizzò Petrarca non solo come modello di lingua e di stile – spiega la professoressa Paola Vecchi – ma anche, dal punto di vista delle donne, come scoperta e approfondimento dell’io e della propria interiorità".

Alla Galleria Estense, poi, gli echi del sentimento petrarchesco si ritrovano in alcuni oggetti dal forte contenuto anche simbolico. Per esempio, nei rilievi d’avorio dell’eccezionale sella da parata che venne realizzata per Ercole I d’Este attorno al 1470, si può ammirare una storia d’amore fra due giovani che, dopo un elegante corteggiamento, si scambiano un bacio. Mentre accanto alla splendida Arpa Estense, che veniva suonata da Laura Peperara e dal suo concerto di dame, ammiriamo un finissimo manoscritto musicale che fu realizzato per Isabella d’Este marchesa di Mantova:

"Isabella favorì la composizione di frottole e strambotti, forme musicali a più voci su temi amorosi – ha sottolineato la professoressa Sonia Cavicchioli, dell’Università di Bologna –, ma già Petrarca aveva promosso l’intreccio fra poesia e musica, quando aveva chiesto all’amico Tommaso Bambasio di musicare alcuni suoi sonetti".

s.m.