Luca Masini, il pm di ferro nuovo procuratore capo

Arriva a Modena per succedere a Giovagnoli, scomparso la scorsa estate. L’ultimo incarico lo ha svolto a Salerno, ha lavorato a Lecco e a Livorno

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Ha la fama del pm di ferro ed è noto per il suo alto senso di appartenenza allo Stato e per la sua grande umanità. Lo ‘stakanovista’ della magistratura – afferma chi negli anni ha avuto l’onore di lavorarci accanto. In pratica, uno che la mattina alle 7 è il primo a varcare la soglia della Procura e la sera è l’ultimo a lasciare il palazzo di giustizia.

E’ ufficiale: sarà il procuratore aggiunto di Salerno Luca Masini il nuovo procuratore capo di Modena. Masini succede a Giovagnoli, scomparso la scorsa estate dopo un’escursione sul Monviso e dovrebbe insediarsi nel mese di giugno.

Sul nome di Masini in veste di nuovo procuratore capo, in realtà, già si vociferava tra i corridoi di corso Canalgrande ma ora c’è l’ufficialità. L’attuale procuratore aggiunto di Salerno recentemente aveva presentato ricorso al Tar contro la nomina di Raffaele Cantone, ex presidente Anac a procuratore della Repubblica di Perugia. Nei giorni scorsi però il Csm si è pronunciato a favore di Cantone, ritenendo la motivazione con la quale il Csm "ha fondato la propria scelta congrua e logica oltre che conforme ai criteri di valutazione in materia e respingendo il ricorso di Masini e quello del procuratore di Reggio Calabria Gaetano Paci".

Pm da 28 anni, il nuovo procuratore capo è prima stato sostituto a Lecco e a Livorno per poi arrivare a Salerno come aggiunto. Masini aveva preso il posto di Corrado Lembo, andato in pensione. A Salerno aveva coordinato un pool di dieci magistrati nella sezione che si occupa di reati sessuali. In Toscana, invece, era stato messo sotto scorta per quattro mesi dopo alcune minacce ricevute per le delicate inchieste che coordinava. Il ’magistrato di ferro’ si era infatti occupato all’epoca dell’assalto al palazzo di Governo fino al crac dell’imprenditore Giuseppe Doveri o ai bidoni tossici dispersi in mare ma è da sempre in prima linea anche contro il crimine organizzato. Sempre in Toscana, a Livorno si era occupato di alcune delle inchieste più importanti in città, dagli omicidi, alla banda di giovanissimi che scippava le signore anziane, fino allo stalker che per otto anni aveva perseguitato un ragazzina. Ora il nuovo incarico in procura a Modena, retta a seguito del decesso di Paolo Giovagnoli dall’aggiunto Giuseppe Di Giorgio.