"Ma i nostri ambulatori presi d’assalto"

Medici di famiglia, Dante Cintori: "I pazienti sono tornati ad affollare gli studi per visite non urgenti e senza appuntamento"

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"I pazienti sono tornati alla carica e qualcuno si presenta anche senza appuntamento. I pazienti sono un po’ tutti ’impazienti’ di recuperare visite specialistiche rimandate. Ma siamo a buon punto. Ora ci stiamo preparando per la campagna vaccinale". Così Dante Cintori, segretario modenese della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, spiega come gli ambulatori spesso siano presi d’assalto da ‘pazienti impazienti’ che vanno dal medico a ritirare ricette che potrebbero trovare nel fascicolo elettronico, oppure per ’acciacchi’ risolvibili telefonicamente. Senza contare chi pretende di essere visitato senza appuntamento per necessità tutt’altro che urgenti. infine chi, seppur in salute, si fa addirittura accompagnare contribuendo agli assembramenti.

Si rischiano assembramenti negli ambulatori dei medici di famiglia?

"Stiamo attenti a far rispettare le regole ma le persone sono tornate molto alla carica anche per sintomi, non per forza legati al Covid, che si rivelano poi lievi, che non necessitano di un’imminente visita. Se prima c’era il timore del contagio e gli ambulatori erano vuoti ora diciamo che si è tornati un po’ alla normalità: quella che vede il cittadino recarsi dal medico di famiglia un po’ per tutto".

Cosa chiedono?

"Soprattutto, per quanto riguarda questo periodo, informazioni sulle vaccinazioni ma si presentano qui anche per controlli inutili. Ad esempio stamattina la paziente pretendeva una visita endocrinologica urgente per una situazione ferma e sotto controllo da anni. La priorità ora, se non parliamo di situazioni gravi, è legata ai vaccini".

Si inizia prima quest’anno?

"Sì, ma non per ottenere una copertura prima del tempo, come in tanti pensano. L’anticipo della campagna vaccinale è legato alla necessità di avere più tempo. Teniamo presente che risulta fondamentale far sì che venga rispettato il distanziamento ed occorre per questo dare appuntamento ai cittadini. Quindi, se la campagna inizia il 12, i pazienti vanno ‘spalmati’ sulla giornata anche al di fuori degli orari normali di ambulatorio".

Ricevete anche lamentele da parte dei pazienti che si presentano in ambulatorio?

"Sì proprio perché pretendono di essere subito sottoposto alle visite ‘saltate’ durante il lockdown. Teniamo presente però che abbiamo già recuperato gran parte delle attività specialistiche rimandate, ma dobbiamo anche riuscire a gestire l’ordinario. Per Oculistica, Endocrinologia e per tante altre branche le prenotazioni saltate le abbiamo già recuperate".

C’è chi si presenta senza appuntamento.

"Hanno ricominciato ma noi Abbiamo messo cartelli per far sì che vengano rispettate le regole. Chi deve venire per un’urgenza ad esempio legata all’emissione di un certificato deve comunque chiamare prima. E questo soprattutto se c’è il sospetto di febbre".

Chiamate per il timore legato a sintomi Covid ne arrivano ancora tante?

"Per il momento le chiamate sono meno; le persone sono più tranquille. Diverso per i rientri dall’estero. Ho avuto ragazzi preoccupati perché avevano 38 di febbre ma era legato al colpo di freddo accusato durante il calcetto. Insomma , con un attimo di anamnesi si riescono a gestire tranquillamente . Una delle nostre priorità però è proprio il poter richiedere autonomamente il tampone: ci stiamo attivando per la richiesta diretta senza dover passare attraverso l’igiene pubblica. Questo sarebbe un grosso vantaggio".

Con l’inizio della campagna vaccinale quindi i numeri saranno gestibili?

"Secondo noi sì. Abbiamo chiesto per i medici che ne hanno bisogno anche la disponibilità di luoghi più grandi per fare le vaccinazioni. Altrimenti i pazienti si fanno venire a determinati orari, anche al di fuori di quelli normali di ambulatorio, ma parliamo comunque di persone che stanno bene e che non pongono gli altri a rischio contagio. Le richieste arrivate sicuramente sono più alte degli altri anni perché si sono fatte avanti anche tante persone giovani, che non rientrano nelle categorie delle persone aventi diritto insomma. È solo una questione di sapere gestire correttamente l’afflusso".

Valentina Reggiani