Nel 2015 il Secchia uccise tre sorelle "I fiumi nascondono mille insidie"

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Era un martedì d’agosto, anno 2015: la colonnina del termometro galleggiava stabilmente sopra i 30 gradi. Quattro sorelle avevano deciso di rinfrescarsi nel fiume, a Sassuolo, in zona Borgo Venezia. Quel bagno all’apparenza innocuo, però, si trasformò in un’orribile tragedia familiare. Una delle ragazze, infatti, iniziò ad affondare, probabilmente a causa di una congestione e di una buca non visibile, dove l’acqua raggiungeva profondita inaspettate. Le altre due, a riva, si buttarono per salvarla e nel disperato tentativo persero la vita (la prima subito, la seconda dopo giorni di agonia in ospedale). L’ultima, allora solo undicenne, si salvò rimanendo a riva. Fu una tragedia che scosse tutta la collettività. E che, nelle settimane successive, spinse tutti a interrogarsi sull’accaduto e a ribadire l’importanza di non sottovalutare i rischi del fiume. Come spiegò in quell’occasione un esperto del settore, il professor Filippo Panini, docente di Geologia stratigrafica e sedimentologia di Unimore, i corsi d’acqua "sono in continua evoluzione". Anche da una settimana all’altra le cose possono cambiare in modo sostanziale. Dove si ricordava un fondale ’rassicurante’, pochi giorni dopo si può trovare una profonda buca. E la corrente fa il resto.

Poi ci sono le caratteristiche specifiche di ogni luogo. Il punto in cui persero la vita le tre sorelle, ad esempio – siamo nel tratto del Secchia tra Castellarano e Rubiera – aveva sponde "in buona parte formate da depositi alluvionali sciolti, che si frammentano più facilmente. E sponde molto verticali a causa dell’erosione". E ancora: "Nei fiumi è molto comune la presenza di mulinelli – osservò allora Panini – L’acqua scava la pietra e inizia a ruotare dentro queste cavità, formando quelle che in gergo si chiamano ’marmitte’. Questo fenomeno si verifica soprattutto se la corrente è forte".

Sono tragiche fotografie che, allora come oggi, rinforzano il medesimo concetto: del fiume è meglio non fidarsi. Anche se lo si frequenta da sempre, se si vive a poca distanza e ci si è immersi già tante volte, è meglio lasciar perdere. Perché, come fanno notare gli esperti, in questi punti le tragedie ci sono sempre state. E quella di ieri costata la vita al 22enne Raul Demoliti ne è l’ennesima devastante conferma.

d. m.