
I ‘barchini’ anfibi utilizzati per rimuovere le erbe acquatiche dal Lago Santo
Nei giorni scorsi i Parchi Emilia Centrale hanno attuato un intervento sperimentale al Lago Santo per la limitazione del millefoglio d’acqua comune (Myriophyllum spicatum). Si è proceduto con appositi ‘barchini’ anfibi che hanno estirpato e raccolto una parte dell’erba acquatica nel tratto di lago antistante il rifugio Vittoria. Si tratta di un intervento sperimentale in preparazione di un più ampio intervento di riequilibrio ecologico e biologico di tutto il lago che sarà avviato la prossima primavera, già finanziato sul bando per il rafforzamento delle Reti Ecologiche della Regione Emilia-Romagna all’interno del programma POR fesr. Il progetto presentato dall’Ente parchi "Rafforzamento della rete ecologica nell’ambito del sistema dei laghi, delle torbiere e dei corsi d’acqua dell’Alto Appennino Modenese" ha un importo complessivo di un milione 70mila euro finanziato al 90 % dell’importo. Per il riequilibrio ecologico del lago Santo vi sono oltre 400mila euro. Oltre alla limitazione del Myriophyllum si appronterà un sistema permanente di monitoraggio, di regolazione delle acque e di controllo della fauna ittica. Spiega Luciana Serri, presidente dell’ente Parchi: "Il nostro è stato un approccio scientifico, che aiuterà a capire le cause analizzando il fenomeno anche per altri laghi col medesimo problema. Siamo partiti un anno fa con un monitoraggio che continuerà in futuro e con la consapevolezza della complessità della vicenda, anche perché interventi simili in altre zone necessitavano di essere ripetuti. In stretto contatto coi ricercatori dell’Università di Parma, maggiori conoscitori dell’ecologia dei laghi e torbiere appenniniche, abbiamo costruito un solido quadro di conoscenze che ci ha consentito di redigere un progetto – prosegue Serri – che ha ottenuto questo importante finanziamento regionale. Progetto che è allo stato di preliminare. In preparazione del progetto esecutivo e dell’esecuzione dei lavori abbiamo ritenuto utile svolgere una prova sperimentale delle tecniche e metodologie ipotizzate e mai utilizzate nei laghi appenninici. Tale sperimentazione è avvenuta con risorse dell’Ente ed è stata chiamata una ditta lombarda con una lunga esperienza di gestione dei laghi alpini.
Oltre allo sradicamento delle piante è stato realizzato un intervento sperimentale con la collocazione di geo-stuoie che bloccano l’attecchimento della pianta. L’intervento al Lago Santo prevede anche la sistemazione della briglia presente per una migliore regolazione delle acque, l’installazione di un sistema di campionamento delle acque in continuo e il contenimento delle specie ittiche non autoctone".
g.p.