ALBERTO GRECO
Cronaca

"Più tutele per i riders": sperano in mille

È la platea modenese di ’ciclofattorini’ che potrebbe beneficiare degli effetti della recente indagine della procura di Milano

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di Alberto Greco

Per circa 600 ciclofattorini della provincia di Modena, i cosiddetti riders che vediamo quotidianamente scorrere sulle strade e vie delle nostre città in sella a bici o motorini, si apre finalmente la prospettiva di un lavoro stabile e tutelato. E’ la prevedibile conseguenza di un’indagine condotta dalla Procura di Milano che ha messo sul banco degli imputati i legali rappresentanti o delegati per la sicurezza delle società Uber Eats, Glovo-Foodinho, JustEat e Deliveroo per violazione del Testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro del 2008, la legge 81. Il reato riguarda appunto la tutela del lavoro e la violazione delle norme sulla sicurezza. In sostanza la contestazione mossa a queste piattaforme specializzate per le consegne e a domicilio (733 milioni di multa relativi a contributi non versati), "piattaforme che potremmo paragonare – sostiene Rosamaria Papaleo della segreteria provinciale Cisl Emilia Centro – a forme di caporalato occulto", comporta che il lavoratore debba essere tutelato come persona a prescindere dal suo inquadramento giuridico, poiché il rapporto che si instaura è parasubordinato. "L’auspicio – affermano Cesare Pizzolla e Daniele Dieci della segreteria Cgil Modena – è che le sentenze dei Tribunali, non ultima quella di Milano, diano un contributo a far ripartire il tavolo aperto al Ministero del lavoro con le imprese e le loro associazioni e che in tempi rapidi si trovino le soluzioni per garantire anche a questi lavoratori diritti e tutele adeguate". La platea dei potenziali beneficiari – solo a Modena città i sindacati confederali Cgil-Cisl-Uil stimano ne ’sfreccino’ almeno 400, tutti organizzati come lavoratori autonomi occasionali e pagati a cottimo per numero di consegne – potrebbe essere tuttavia assai più numerosa considerando non solo il resto della provincia, ma anche i tanti lavoratori in nero che, in questo periodo di lockdown per ristoranti, bar e attività alimentari, sono andati ad allungare la schiera dei ciclofattorini. Ben più realisticamente potremmo essere di fronte ad una platea di almeno un migliaio di persone dedite alle consegne a domicilio a Modena e provincia.

"Questa sentenza – affermano ancora Pizzolla e Dieci – va nella direzione che noi auspichiamo e risponde al nostro approccio confermato anche dalla recente firma a Modena del protocollo sui riders sottoscritto pochi giorni fa col comune. E’ una bomba e farà da detonatore con tutta la sua forza dirompente". In attesa che si definisca se dovranno essere inquadrati come collaboratori coordinati e continuativi o con un contratto equivalente a quello della logistica, per il quale spingono i sindacati confederali, la città di Modena per andare incontro alle esigenze di questi lavoratori si è impegnata a mettere loro a disposizione tre luoghi coperti e sicuri, distribuiti tra Modena sud, nord e centro, dove potersi riposare, riparare se necessario e dove poter ricaricare gli smartphone. Inoltre, per recuperare il ritardo sul piano dei diritti e delle tutele dovute a questi lavoratori il sindacato Cgil-Cisl-Uil modenese si sta muovendo: "in questi giorni – fa sapere Rosamaria Papaleo – abbiamo inviato una lettera anche ai sindaci di Carpi e Sassuolo per sollecitare la firma di un protocollo analogo a quello formato col comune Modena".