
Rabbia nelle piazze. Mezzetti: "Il Comune può educare al rispetto ma norme insufficienti"
"Siamo stanche di contare tutti questi femminicidi. La cultura patriarcale va abbattuta".
E’ il grido disperato di cittadine e cittadini che si è sollevato ieri dalle piazze di Modena e provincia a fronte dell’ennesimo, brutale femminicidio: quello della mamma 40enne Anna Sviridenko, dottoressa in Medicina nucleare e specializzanda in Radiologia con Unimore.
La conferenza delle Donne democratiche di Modena ha infatti indetto ieri pomeriggio, in piazza Torre, un presidio per dire basta alla "mattanza".
Presenti tantissimi cittadini, famiglie, ragazzi e il sindaco Massimo Mezzetti, alla sua prima uscita pubblica: "Questa è una piaga che investe in modo drammatico l’intero Paese e se non ci mettiamo tutti del nostro, soprattutto gli uomini, non andiamo da nessuna parte. C’è ancora un concetto di proprietà della donna e dei figli e questa è una cosa che va combattuta dal punto di vista culturale e della legge. Le norme non sono sufficienti – ha detto il sindaco – cosa sono i 200 metri del braccialetto elettronico? Niente, se uno vuole aggredire lo fa, servono provvedimenti più drastici.
L’Amministrazione può intervenire dal punto di vista culturale, della prevenzione, della sensibilizzazione, della formazione a partire dalle scuole. Questo per una nuova generazione che sappia crescere nel rispetto di chi è diverso da sé, nella comprensione che nessuno è proprietario di un’altra persona".
Presente anche l’ex assessore Ludovica Carla Ferrari: "Questa piazza testimonia la vicinanza alla famiglia di Anna, ai suoi bambini.
Non siamo consci di quanto la cultura patriarcale incida anche in questi casi, anche in questo territorio. Pensiamo sempre siano situazioni lontane ma ce le troviamo vicine". Aurora Ferrari, segreteria confederale della Cgil ha sottolineato come il sentimento più forte sia quello della frustrazione.
"Questo è il 19esimo femminicidio dall’inizio dell’anno che registriamo impotenti: non si vuole risolvere il problema alla radice.
Passi in avanti, dal punto di vista normativo, sono stati fatti ma vanno potenziati interventi nelle scuole, sin dall’infanzia così come sul luogo di lavoro. Occorre un’educazione alla sessualità, all’affettività e al rispetto delle donne in particolare, ampliando le tutele per le donne vittime di violenza e prevedendo seminari con persone del mestiere.
Ci troviamo di fronte all’ennesimo retaggio di cultura patriarcale che, di fronte alla separazione, non tollera il diritto all’autodeterminazione della donna per la propria libertà".
L’appello, dunque, è di fare di più a tutti i livelli per proteggere le donne e fermare la strage.