
Rapinatori alla Veggia, chieste le condanne
Sassuolo, 15 giugno 2024 – Furono due rapine che, per modalità e tempi ravvicinati, sconvolsero l’intero distretto ceramico. Le posizioni di alcuni imputati sono state definite in abbreviato, mentre per altri due è in corso il processo con rito ordinario: si tratta di Andrea Giglio, 23enne di Sassuolo per il quale ieri il pm Piera Cristina Giannusa ha chiesto 7 anni e 15 giorni; e di una donna per la quale il pm ha alleggerito l’accusa iniziale, domandando un anno e mezzo di pena. La giovane, difesa dall’avvocato Antonella Corrente, era stata chiamata a rispondere di concorso nella rapina più grave, datata 12 settembre 2022. Quel giorno il suo ex compagno Salvatore Rizzo, 30enne di Sassuolo, esplose un colpo di pistola ferendo alla gamba il benzinaio sassolese Achille Molinaro mentre stava depositando l’incasso in banca alla Veggia di Casalgrande, gli prese 3.500 euro e poi fuggì con Francesco Ragusa, 23enne di Vignola. Per la ex fidanzata di Rizzo, ieri, nel rito ordinario, il pm ha riqualificato l’accusa di rapina in favoreggiamento, chiedendo un 1 anno e 6 mesi e l’assoluzione per i reati più lievi. Rizzo fu condannato in abbreviato in primo grado a 7 anni e 4 mesi per questa e un’altra rapina avvenuta il 25 agosto 2022 nella tabaccheria Corsini, sempre alla Veggia. Per Ragusa, che collaborò al colpo del 12 settembre, la pena fu di 5 anni e 8 mesi. Della rapina in tabaccheria (bottino 100 euro) deve invece rispondere Andrea Giglio: per lui, ieri, il pm Giannusa ha chiesto 7 anni e 15 giorni, più 2.500 euro di multa. Nella scorsa udienza la donna aveva fatto un racconto drammatico: "Vista da fuori può sembrare una storia assurda, ma Rizzo non mi dava potere di scelta. E io avevo paura di fare il suo nome, temevo mi succedesse qualcosa".
La giovane, allora residente nel territorio di Sassuolo, ha raccontato che faceva la commessa e che il 12 settembre 2022 fu Rizzo, allora suo convivente, ad accompagnarla al lavoro e a riprenderla: "Nel tragitto lavoro-casa Salvatore mi disse che voleva fare una rapina dal benzinaio. Io gli dissi che non volevo, che io lavoravo e che lui non si doveva mettere nei guai e che il mio stipendio era il suo. Lui allora era disoccupato, ero io a pagare l’affitto". E ancora: "Non mi chiese di accompagnarlo a fare la rapina, ma mi rivelò la sua intenzione perché gli serviva la mia macchina. Io tornai in possesso delle chiavi dell’auto dopo il colpo. Lui mi obbligò prima a nascondere l’auto e decise il luogo, vicino a San Michele. Disse a Ragusa di accompagnarmi, lui al volante della sua auto, io della mia Lancia". Nelle arringhe difensive, l’avvocato Corrente ha chiesto l’assoluzione per la donna, sostenendo che lei non abbia partecipato al colpo perché Rizzo aveva l’auto della fidanzata già al mattino.
Alessandra Codeluppi