
Riaperture ristoranti (FotoFiocchi)
Modena, 22 aprile 2021 - Sembra di sentirlo l’indimenticato Enzo Jannacci che canta ‘Vengo anch’io, no tu no!’. Da una parte ci sono bar e ristoratori che dal prossimo 26 aprile, se in zona gialla, potranno riaccogliere la clientela a sedere; dall’altra il Governo, che ha fissato un paletto ‘pesante’ su chi può farlo davvero e chi no: avere uno spazio esterno adeguato.
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E sotto la Ghirlandina, stando ad un’indagine di Confcommercio Modena, solo il 40% delle attività potrà effettivamente ripartire, mentre il restante (‘… no tu no…’), rimarrà ferma al palo, almeno per ora. Fa il punto della situazione Luca Ascari, segretario provinciale Fipe-Confcommercio.
Mancano davvero pochi giorni alla riapertura di migliaia di attività anche a Modena. Come si sta avvicinando il settore al giorno fatidico? "Con tanta amarezza, perché il quadro è decisamente critico e pieno di incognite. Alla luce delle regole che si stanno definendo, infatti, quasi il 60% di bar e ristoranti nella nostra provincia rimarrà chiuso, mantenendo soltanto il servizio delivery. L’obbligo degli spazi esterni sta mettendo in crisi tantissimi imprenditori".
Bar e ristoranti non sono pronti? "La questione è molto complessa. E’ concesso accogliere la clientela nei tavolini all’esterno, sotto gli ombrelloni e nei dehors, a patto che non siano completamente chiusi e non siano assimilabili ad un immobile. Nulla si sa, al momento, per quelle attività che hanno una veranda o delle ampie sale dotate di porte finestre che, una volta spalancate, potrebbero in tutto e per tutto creare una condizione di ambiente aperto. Non dimentichiamo, poi, che tanti bar e ristoranti non hanno spazi per allestire all’esterno, quindi di fatto vengono tagliati fuori dalla possibilità di riaprire al pubblico. Siamo di fronte ad una discriminazione inaccettabile". C’è poi la questione meteo che influisce, vero? "Assolutamente sì. Le temperature saranno anche più miti, ma siamo in un periodo in cui il tempo è ancora soggetto a cambiamenti repentini, può esserci del vento, e sappiamo benissimo che la clientela non ama mangiare fuori se non ci sono le condizioni adatte. Il rischio è che un ristoratore prenda le prenotazioni, faccia scorte di magazzino per poi vedersi andare tutto all’aria. Pensiamo poi all’Appennino, dove fa più freddo: in quelle zone come fa un locale a mettere le persone fuori? In primavera là c’è ancora freddo, soprattutto alla sera". Il Comune di Modena ha già annunciato la replica dell’iniziativa ‘Tavolini sotto le stelle’. Siete soddisfatti? "L’amministrazione si è dimostrata attenta, confermando procedure snelle e immediate per chi vorrà disporre i tavolini all’esterno. Il vero problema magari è un altro, e riguarda i controlli sul rispetto delle regole". Ci può spiegare meglio? "L’anno passato, una volta finito il lockdown, abbiamo assistito a situazioni fuori da determinati locali in cui l’assembramento era una normalità, in barba alle norme in vigore. Ecco, stavolta vorremmo un altro atteggiamento, per tutelare quelle attività che le regole invece le rispettano sempre. Ci aspettiamo più controlli e multe severe per chi sgarra rispetto alle direttive anti contagio".