"Sanità, subito la revisione dei ruoli professionali"

La dottoressa Petropulacos lancia frecciatine alla politica e a "certi medici". Sulla sua sospensione dal ruolo in Regione: "Da Bonaccini nessuna chiamata"

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La sua posizione in Regione, dove fino a un mese fa ricopriva il ruolo di direttore generale dell’assessorato alla Sanità, è ’congelata’. Ma ieri Licia Petropulacos era tra i relatori del convegno medico ’Il cambiamento come motore di innovazione: cosa ci aspetta in futuro’, all’hotel Rua Frati insieme al sottosegretario alla Sanità, Andrea Costa. E durante la sua relazione non ha risparmiato qualche frecciatina verso una "politica che difficilmente se la sente di fronteggiare le professioni" facendo riferimento a quei medici che oggi, di fronte alle novità, "vanno indietro come i cavalli".

"L’Emilia Romagna in ogni caso si è difesa bene in pandemia, con tante criticità anche qui, ma la risposta del sistema è stata seria e ben programmata. Davanti alle emergenze siamo encomiabili", ha commentato a margine del convegno. "La pandemia – ha invece detto dal ’pulpito’ – ha portato elementi di innovazione fino a tre anni fa impensabili. Sulla spinta del bisogno abbiamo fatto esperienze di flessibilità rispetto alle gabbie professionali erette nel passato, ed è successo in modo eclatante ad esempio con i farmacisti, che durante l’emergenza Covid hanno fatto cose prima impensabili. Sono potuti intervenire direttamente sul corpo umano per intenderci, cosa che prima era prerogativa di medici o infemrieri. In un Paese corporativo, abbiamo aperto una porta chiusa a doppia mandata".

Poi si toglie un sassolino dalla scarpa: "Tutti qui a Modena ricordano il doloroso scontro dell’ex assessore regionale Sergio Venturi con l’Ordine dei medici, per altro per una delibera fatta da me (ride, ndr) in merito alle competenze degli infermieri sulle ambulanze del 118, per dare loro maggiore autonomia. Gli è costata la sospensione e, come dire, tra sospesi ci si intende...", ha ’scherzato’ Petropulacos. "Abbiamo fatto tanta strada tra questo episodio e i farmacisti che fanno i vaccini e i tamponi". Petropulacos spinge sull’idea di infermieri specializzati e autonomi, "un’idea che non piace a certi medici". "Per quanto riguarda le professioni sanitarie – incalza – siamo il Paese con meno risorse. C’è in atto anche qui una riforma territoriale che non fa i conti con l’assenza di infermieri. Il Pnrr territoriale chiede una revisione dei ruoli professionali che deve essere fatta oggi. In campo infermieristico mancano le vocazioni. Nessuno è motivato a laurearsi per fare un lavoro che è ancora ’ottocentesco’, non abbiamo vocazioni e va rivisto il tema dell’autonomia delle professioni. Nel Regno Unito i tecnici di radiologia refertano con la supervisione di un tutor gli esami di primo livello e gli infermieri hanno in generale più autonomia. Negli ultimi 20 anni in Italia non si è fatto un passo avanti in questo senso e anche l’Università non investe nella formazione dei sanitari. Le scuole di specializzazione vanno rinnovate". E poi ancora: "Abbiamo visto la tragedia delle Cra durante il Covid. Se i protocolli di sicurezza fossero stati affidati agli infermieri, che a fare questo sono bravissimi, beh forse la pandemia avrebbe avuto un impatto minore. Ma la politica difficilmente se la sente di mettersi di fronte alle professioni". Infine un passaggio sull’autosufficienza di dispositivi emergenziali: "All’inizio della pandemia andavo di domenica dai produttori di panni per lavare a terra a cercare materiali idonei per produrre le mascherine, perché nessuno le produceva. Oggi serve un ufficio che definisca ciò che è indispensabile in caso di emergenza e che manca, individuando regole che tengano in vita questo mercato".

In quanto alla sua sospensione, arrivata dopo un duro scontro in Regione con l’assessore alla sanità Raffele Donini circa la necessità - avallata da Petropulacos - di interrompere lo screening Covid sui sanitari attirandosi anche le ire dei sindacati, ha detto: "Io sono ancora sospesa e nella memoria difensiva che ho presentato ho chiesto quando avrei saputo della mia situazione. Ora penso si vada alla metà di aprile, in ogni caso mi è stato risposto che si sarebbero presi tutto il tempo necessario per definire la mia posizione. Dal presidente Bonaccini, comunque neppure una chiamata".

A proposito di Covid. Il bollettino ieri riportava 426 casi e 10 nuovi ricoveri, nessuno in terapia intensiva.