
E’ la prima volta che l’evento viene ospitato dalla nostra arcidiocesi. Si attendono nomi di altissimo livello come Claudio Maniago e Fisichella.
Appuntamento di spicco per la Chiesa italiana, prende il via oggi (per concludersi giovedì 29) la Settimana Liturgica nazionale: è la 74ª edizione, e per la prima volta viene ospitata dall’arcidiocesi di Modena Nonantola. "Nella liturgia la vera preghiera della Chiesa. Popolo di Dio e ars celebrandi", è il tema di queste giornate di incontri che riuniranno in città partecipanti da tutta Italia, per confrontarsi con relatori di primo piano, vescovi, teologi, biblisti. Gli appuntamenti si terranno in particolare presso la chiesa di San Carlo, ma sono in programma anche celebrazioni in Duomo e una visita speciale all’Abbazia di Nonantola e al Museo diocesano di arte sacra. La celebrazione di apertura, oggi alle 17 in San Carlo, sarà presieduta da monsignor Claudio Maniago, arcivescovo di Catanzaro, presidente del Centro Azione Liturgica, poi si ascolterà la prolusione di monsignor Gianmarco Busca, vescovo di Mantova, presidente della Commissione Episcopale per la Liturgia. Fra gli interventi attesi, quello di padre Ermes Ronchi, scrittore e biblista, noto anche al pubblico televisivo per i suoi commenti al Vangelo (domattina alle 9.30), e giovedì mattina quello di monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, responsabile dell’organizzazione del Giubileo 2025. E non si può escludere che Papa Francesco promulghi oggi un suo messaggio rivolto ai partecipanti alla Settimana.
Quando parliamo di liturgia, ci riferiamo in particolare ai riti, alle parole, ai simboli, ai gesti racchiusi nelle celebrazioni. Non sono soltanto ‘segni’, ma hanno un significato profondo: "Nella liturgia è concentrato il senso della vita cristiana", ha sottolineato l’arcivescovo Erio Castellucci presentando la ‘Settimana’. Ogni gesto che viene eseguito nella Santa Messa ha un contenuto, un senso, così come ogni parola che viene pronunciata. Certo, i tempi cambiano, e anche il linguaggio della liturgia può evolversi per essere vicino alla gente, "ma alla base deve esserci sempre un incontro vivo e presente con il Signore", ha aggiunto don Erio.
In una presentazione su "Avvenire", monsignor Maniago ha sottolineato che la liturgia non deve essere "rubricista", ovvero troppo formale, dando "eccessiva importanza all’esecuzione di gesti di cui spesso on si conosce la reale portata", ma neppure troppo "fantasiosa", come se non importassero le regole, "lasciando tutto alla spontaneità del celebrante" che può obbedire a gusti e preferenze personali. Insomma, nella liturgia la forma è sostanza, è preghiera. E le giornate modenesi ne indicheranno le linee.