
La classificazione ecografica dei noduli tiroidei che porta il nome di Modena: è Mut, acronimo di Modena Ultrasound Thyroid, classificazione ecografica dei noduli della tiroide, appunto, ideata dalla Struttura Complessa di Endocrinologia di Baggiovara, diretta dalla professoressa Manuela Simoni di Unimore. La stessa è ora riconosciuta ufficialmente grazie alla sua pubblicazione sulla prestigiosa rivista internazionale Frontiers in Endocrinology.. La classificazione consente di selezionare, in maniera semplificata, i noduli da sottoporre ad ulteriore approfondimento diagnostico, in particolare all’agoaspirato tiroideo. ‘Partendo dalle classificazioni già validate a livello internazionale che servono a capire se il nodulo sia sospetto per malignità oppure no – spiega il professor Vincenzo Rochira _ abbiamo validato e approntato una nuova classificazione che a differenza delle altre tiene conto anche dell’esperienza dell’operatore. Lo stesso, avendo una notevole esperienza in campo ecografico aggiunge infatti uno score per rendere più o meno sospetto un nodulo a seconda di un bagaglio visivo e di elaborazione dell’ecografia che ha alle sue spalle; nella sua esperienza ‘sul campo’. Questo ha richiesto molto tempo e la nuova classificazione è stata confrontata a quelle già in uso a livello internazionale: sembrerebbe avere un valore aggiunto ed essere più performante. Tale valore aggiunto è probabilmente il punto di forza della classificazione MUT che la rende più efficace confrontata alle altre classificazioni in uso. Confronto che poggia su basi statisticamente solide ed accurate grazie alla collaborazione con la dott.ssa Kaleci Shaniko, statistica ricercatrice Unimore’. Lo studio ha confrontato infatti la classificazione MUT, utilizzata da più di 10 anni nella Struttura Complessa di Endocrinologia, con le altre classificazioni in letteratura scientifica su proposta delle più importanti società scientifiche nazionali e internazionali. La conclusione dello studio è che tutte le classificazioni confrontate sono efficaci nella stratificazione del rischio di malignità dei noduli della tiroide. Tuttavia, la classificazione modenese ha una maggiore capacità di caratterizzare i noduli, grazie al fatto che considera anche la soggettività basata sull’esperienza dell’operatore. Il suo ideatore, il dott. Bruno Madeo, endocrinologo dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, non nasconde la sua felicità “non solo per il riconoscimento scientifico ufficiale della nostra classificazione” dice “ma anche per la soddisfazione per avere potuto dedicare un doppio tributo a questa meravigliosa città che da quasi 30 anni mi ha adottato”. L’UOC di Endocrinologia esegue circa 7.000 ecografie tiroidee e paratiroidee all’anno.