Terremoto in Kerakoll, la rivalità tra i fratelli alla base della spy story?

Le intercettazioni sarebbero iniziate poco prima dell’uscita di Gian Luca. Andrea Remotti, ora indagato, diventò amministratore delegato subito dopo.

Terremoto in Kerakoll, la rivalità tra i fratelli alla base della spy story?

Terremoto in Kerakoll, la rivalità tra i fratelli alla base della spy story?

Modena, 15 dicembre 2023 – Una spy story che si innesta su un clima da faida familiare. Potrebbe essere lo scenario che emerge dall’indagine avviata dalla procura di Torino, che partendo dai presunti atti illeciti a capo di due agenzie investigative dove è protagonista un ex carabiniere della squadra del capitano Ultimo, ha finito per coinvolgere Fabio ed Emilia Sghedoni (nella foto), figli del fondatore Romano Sghedoni, proprietari e dirigenti della Kerakoll, multinazionale delle malte e dei collanti e attuale sponsor del Modena Calcio. Con loro è indagato anche l’ex amministratore delegato fino al novembre 2022, Andrea Remotti: devono rispondere soprattutto di violazione della privacy, ma la loro posizione si complica visti i personaggi a cui si sono appoggiati per ottenere servizi illeciti: nel mirino della procura di Torino ci sarebbero due società di investigazione privata tra cui figura come consulente Riccardo Ravera, 60 anni, ex carabiniere dei ros, che dovrà rispondere anche di altri reati che vanno dalla corruzione all’associazione per delinquere finalizzata ad interferenze illecite nella vita privata di dirigenti d’azienda, di accessi abusivi a sistemi informatici e esercizio abusivo della professione.

Il tutto accade in un’azienda modello, fondata da Romano Sghedoni, affiancato nel corso degli anni dai figli Fabio, Emilia e Gianluca. Qui iniziano i guai. E’ Gianluca l’amministratore delegato, un giovane rampante dalle intuizioni geniali, che annusa l’aria e guarda avanti: si inventa una sede modello astronave chiamata GreenLab, un grande centro Ricerca & Sviluppo. Obiettivo: creare prodotti innovativi ed ecocompatibili. E’ giovane, si muove, fa parlare di sè. Iniziano i dissidi con i due fratelli, una lite che finisce con la sua uscita. Già da allora era presente in azienda l’amministratore delegato attualmente indagato, Andrea Remotti. E ad allora risalgono le prime intercettazioni che Fabio ed Emilia, insieme a Remotti, secondo l’accusa avrebbero commissionato per "spiare" Gianluca. Perché? I fratelli erano ai ferri corti e le intercettazioni facevano parte di una guerra già in atto? Facile vedere i due fratelli attualmente indagati da una parte, insieme all’ex amministratore delegato, e Gianluca Sghedoni dall’altra. Con quest’ultimo che alla fine rinuncia a combattere ed esce dall’azienda. Finita qui? No, perché a quanto risulta dagli atti le intercettazioni continuano e coinvolgono anche altri dipendenti. Nel mirino ci sono le telefonate e i messaggi di un particolare gruppo di dipendenti diretti al fuoriuscito Gianluca Sghedoni. Non solo: mail e messaggi whatsapp sarebbero anche stati inventati di sana pianta e a loro attribuiti, creando dei veri e propri dossier falsificati. Un modo per controllare ed eventualmente tenere sotto scacco chi fosse ancora in contatto con il ‘nemico’? Saranno i magistrati a doverlo chiarire, oltre a cercare di far luce su altre forme di intercettazioni illecite compiute nel corso di incontri di lavoro con altri manager che in certi casi vedevano anche il padre Romano, spiato a sua insaputa mentre trattava la cessione del Modena Calcio con il patron del Verona Maurizio Setti.