Elezioni Modena 2019, chi sono i candidati a sindaco

Dopo settant’anni la destra ha la prima vera opportunità di vincere

Elezioni, si vota anche a Modena il 26 maggio 2019

Elezioni, si vota anche a Modena il 26 maggio 2019

Modena, 28 aprile 2019 - Cinque anni fa, in occasione delle elezioni, abbiamo parlato di «momento storico». E stavolta, l’appuntamento con la storia potrebbe essere ancora più importante. Se nel 2013, infatti, l’opposizione si era data il secondo turno come obiettivo, stavolta le cose sono diverse. I motivi sono tanti. Il primo: il centrodestra è decisamente più forte, con il traino della Lega di Matteo Salvini e dell’accesa tornata elettorale europea a inguaiare il Pd e il suo candidato, il sindaco uscente Gian Carlo Muzzarelli. Il secondo: la mutata geografia politica potrebbe, a un eventuale ballottaggio, premiare i salviniani. Se i Cinque stelle, probabili terzi classificati, decidessero di far convergere i loro voti, o anche solo una parte, sul candidato del «cambiamento» Stefano Prampolini, in onore del patto di governo (sempre più scricchiolante, però), i ‘rossi’ potrebbero ritrovarsi davvero «gambe all’aria». Siamo, però, nel campo delle difficili previsioni. Proviamo quindi a mettere in fila le cose certe. Si vota nella sola giornata di domenica 26 maggio, dalle 7 alle 23. I candidati sindaci: l’uscente Gian Carlo Muzzarelli per il centrosinistra; Stefano Prampolini per il centrodestra; Andrea Giordani (Cinque Stelle); Luca Ghelfi (Idea, i ‘giovanardiani’); Sergio Celloni (G.O.L.). Poi le civiche di Cinzia Franchini (Modena Ora) e Carolina Coriani (Modena Volta Pagina). 

Centrosinistra: ricompattata la sinistra Muzzarelli incrocia le dita

NON È CERTO abituato a perdere Gian Carlo Muzzarelli. E, nonostante il vento contrario, il sindaco ricandidato farà di tutto per uscire indenne da questa tornata elettorale, probabilmente la più difficile di sempre per i ‘rossi’ sotto la Ghirlandina. Una delle priorità, nella fase ‘preliminare’ di queste elezioni, era sicuramente quella di ricompattare il campo del centrosinistra. Operazione che, adesso si può dire, è sostanzialmente riuscita al primo cittadino che non ha mai nascosto, neanche nei giorni più grigi per l’alleanza, di puntare a uno schieramento largo per contrastare l’avanzata delle destre. A sostegno di Muzzarelli ci sono sei liste: c’è, ovviamente, il suo Pd; ci sono gli ex compagni di Sinistra per Modena; ci sono i Verdi, che potrebbero strizzare l’occhio all’elettorato ambientalista non proprio in sintonia col sindaco; c’è una civica, Modena solidale, che ‘pesca’ in particolare nel mondo dell’associazionismo. E ancora + Europa, guidata dall’ex assessore Tommaso Rotella (dove è confluito anche il consigliere Antonio Montanini, che cinque anni fa erose voti decisivi al Pd condannandolo al ballottaggio) e infine Volt, movimento dei «giovani europeisti». Dove arriverà questa squadra? In città c’è chi si spinge a dire che il ballottaggio non sia una certezza matematica. Che Muzzarelli, spinto dal suo pragmatismo e dalla scarsa ‘verve’ dei Cinque stelle (quasi certamente terzi classificati nella contesa) potrebbe portare a casa l’intera posta già al primo turno. Lo scenario che prevede il ballottaggio, però, appare più realistico: la Lega, infatti, può contare sul forte sostegno del suo leader nazionale. E, se a sinistra Muzzarelli appare oggi più coperto, al centro il discorso cambia. Cinque anni fa, infatti, le micidiali primarie con Francesca Maletti avevano, nonostante le tensioni, tenuto nell’alveo del Pd i voti moderati. Stavolta, invece, quell’elettorato potrebbe decidere di spostarsi sul mite Prampolini, rassicurante commercialista e neo nonno. PerMuzzarelli sarebbero guai. Un discorso a parte va fatto per la civica di sinistra, e cioè Modena Volta Pagina. Candidata sindaco è la giovanissima Carolina Coriani: ambientalista, esperienze all’estero, quasi nulla da spartire col ‘partitone’. Nelle fila di Mvp spiccano figure come quella di Ezio Righi, già dirigente dell’urbanistica comunale e storico oppositore delle ultime giunte Pd, e Marco Chincarini, cinque anni fa in lista con Adriana Querzè. Quanti voti porteranno via alla squadra del sindaco? E al ballottaggio i loro elettori staranno a casa o diranno la loro? Signori, il gran ballo sta per iniziare. d. m.

Centrodestra, la Lega scommette sul moderato Prampolini

PER il centrodestra potrebbe essere davvero la volta buona. E in questo caso non è soltanto uno slogan elettorale. La coalizione che riunisce Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia – più l’appoggio della civica ‘Siamo Modena’ –, infatti, ha tutte le carte in regola per scalzare la sinistra da un regno ultrasettantennale, anche se la convergenza sul candidato proposto dal Carroccio – il commercialista Stefano Prampolini – non è apparsa delle più semplici. A vincere, però, è stata la volontà di scacciare i fantasmi del passato sulla capacità più unica che rara del centrodestra di farsi del male da solo sul più bello (vedi lo ‘spacchettamento’ di cinque anni fa che regalò il ballottaggio ai Cinque Stelle). Non è un mistero che negli ultimi anni la Lega modenese non abbia brillato in salute, ma l’exploit in popolarità di Salvini le ha dato la forza necessaria per dare le carte e proporre Prampolini. Il suo nome non è stato condiviso da subito: i retroscena parlano di scontri interni e malumori tra i forzisti e i meloniani, tanto che soltanto la fuoriuscita azzurra Valentina Mazzacurati si è subito schierata con il candidato leghista, fondando la sua lista ‘Siamo Modena’. Il profilo moderato del commercialista (decisamente in antitesi all’irruenza salviniana) viene visto sotto due luci diverse: da un lato potrebbe aiutare a ‘sedurre’ quegli indecisi non propriamente d’estrazione leghista, ma dall’altro proprio questa sua verve composta risulterebbe di scarso appeal per gli elettori più tentennanti, specialmente se confrontata col fervore muzzarelliano. Valutazioni a parte, la squadra è pronta e le liste della coalizione sono tutte depositate: 32 nomi per la Lega con capolista Baldini, 20 per Forza Italia con capolista Giacobazzi, 32 per Fratelli d’Italia (insieme al Popolo della Famiglia) con capolista Pulitanò e 24 per ‘Siamo Modena’ con capolista Mazzacurati. Per la Lega il ballottaggio è praticamente cosa certa e al secondo turno tutto è possibile. L’appoggio a Prampolini dei giovanardiani di Idea con Luca Ghelfi è stato garantito in più occasioni e anche una fetta di voti della lista ‘Modena Ora’ guidata da Cinzia Franchini, a lungo in trattativa per entrare nella squadra di centrodestra, potrebbe indirizzarsi verso il commercialista. Ma decisiva sarà la grande incognita Cinque Stelle. La tentazione di spodestare il Pd e ripetere l’esperimento del Governo convincerà una parte di pentastellati a ‘tapparsi il naso’ e scegliere Prampolini? Se così fosse per il centrodestra potrebbe essere davvero la volta buona.

di VINCENZO MALARA

Cinque Stelle: Ballottaggio, i grillini saranno l'ago della bilancia

E I CINQUE Stelle? E’ la domanda per eccellenza nel dibattito su chi andrà al ballottaggio alle prossime amministrative del 26 maggio. Sì, perché il Movimento – almeno sulla carta – parte decisamente in svantaggio rispetto a cinque anni fa quando Bortolotti riuscì per la prima volta a portare il Pd al secondo turno nella roccaforte modenese. A distanza di allora, però, le cose sono decisamente diverse e l’aurea di novità rappresentata dai pentastellati appare sbiadita. L’esperienza dei consiglieri uscenti – anche per loro stessa ammissione – è stata tra luci e ombre, con temi affrontati con grande approfondimento e altre fasi in cui i Cinque Stelle hanno pagato l’inesperienza e lo strapotere della maggioranza. Il candidato designato è Andrea Giordani, noto per il suo ruolo nel comitato di Viale Gramsci. La sua investitura è arrivata un po’ a sorpresa, visto che il designato sembrava essere l’avvocato Pier Giorgio Rebecchi. A spingere quest’ultimo al dietrofront (è comunque presente in lista) è stata l’impossibilità di stringere alleanze a livello locale. Sono 21 i nomi inseriti nella lista del Movimento (capolista Giovanni Silingardi) che proverà a spingere Giordani al ballottaggio, surclassandola favorita Lega. Se però non andrà così, la vera incognita sarà al secondo turno, quando i pentastellati diventeranno l’ago della bilancia. Vincerà la voglia di spodestare la sinistra o quella di rimarcarela differenza e il malumore verso la scricchiolante alleanza gialloverde attualmente al Governo?

vi. ma.