Attacco hacker a Padova, Zaia: "Abbiamo le ossa rotte, ma non paghiamo riscatti"

La pesante incursione avvenuta ai sistemi informatici dellla Ulss di Padova potrebbe avere la stessa matrice dei falsi green pass conm i dati rubati in diverse regioni

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Padova, 15 dicembre 2021 – “Siamo usciti con le ossa rotte dall’attacco hacker di Padova, ma non ci vengano a chiedere riscatti: non diamo nulla a nessuno, con noi perdono solo tempo”. È ferma la posizione del governatore Luca Zaia sull’incursione ai sistemi informatici subita dalla Ulss di Padova nella notte tra il 2 e il 3 dicembre, quando un gruppo di cyber criminali hanno mandato fuori uso i server dell’azienda sanitaria.

Ma non è finita qui. È di oggi la notizia che il Veneto è stato attaccato anche dall’organizzazione criminale dei falsi green pass: centinaia di finte certificazioni ottenute rubando i dati via web alle farmacie, l'attacco alle banche dati di Padova potrebbe essere stato messo a segno dalla stessa banda sgominata dalla polizia postale e che agiva in tutta Italia.  “Abbiamo sistemato il software, ma ovviamente c'è del tempo da recuperare – aggiunge – di sicuro per ora non abbiamo notizia di clonazioni di green pass".

L’attacco hacker ai sistemi informatici di Padova è stato pesante. “Non è stato una passeggiata e non lo è tuttora – conferma Zaia – ne siamo usciti con le ossa rotte. Sono veramente entrati nei gangli del software, ma annuncio: che non ci vengano a chiedere riscatti, bitcoin o altro, perché non diamo nulla a nessuno, con noi perdono solo tempo". Nei giorni successi all’attacco una task force di esperti informatici si è messa al lavoro per arginare i danni e ripristinare i sistemi dell’azienda sanitaria.