Padova, con lo sfruttamento della prostituzione e lo spaccio comprano un appartamento da 160 metri quadrati in centro: scoperta una coppia di cinesi

I due coniugi dichiaravano redditi esigui a fronte di beni e disponibilità economiche sproporzionate

i finanziari del comando di Padova

i finanziari del comando di Padova

Padova, 26 luglio 2023 – Sequestrato a una coppia di cinesi un appartamento da 160 metri quadrati nel centro storico di Padova frutto di attività illegali e dichiarazioni false. Il comando provinciale della Guardia di Finanza e della Questura di Padova ha dato esecuzione lunedì a un decreto di sequestro del tribunale di Venezia a seguito di accertamenti patrimoniali su due soggetti di origine cinese, da cui è emersa la disponibilità di beni sproporzionata rispetto ai redditi dichiarati. Tra questi un appartamento di pregio di 160 metri quadrati in centro. 

Le indagini

Le indagini patrimoniali sono state eseguite dalla divisione di polizia anticrimine e hanno riguardato due coniugi cinesi, gravati da molteplici precedenti, tra cui sfruttamento della prostituzione e reati in materia di stupefacenti. I due soggetti hanno manifestato una palese sproporzione tra il valore del loro patrimonio e gli esigui redditi dichiarati nell’ultimo decennio. Nei loro confronti è stata disposta per due anni la misura di sorveglianza speciale con l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza.

L'acquisto dell'appartamento e il mutuo

Gli accertamenti svolti hanno consentito di rilevare che l’immobile sequestrato risulta la residenza familiare della coppia nonché della sorella del marito, cointestataria dello stesso. L’appartamento è stato acquistato con un mutuo, pari all’80% del valore rogitato, il quale è stato erogato in virtù di dichiarazioni non veritiere. L’acquisto è avvenuto in un arco temporale coincidente con il periodo di illecita attività della coppia e l’abitazione rappresentava la loro base logistica. Nel dettaglio, è stato accertato come il pagamento delle rate del mutuo sia stato eseguito con bonifici bancari disposti dai coniugi attingendo da carte prepagate e da versamenti di denaro contante, ritenuto profitto di attività illecite.