Omicidio Matteo Toffanin, due padovani legati alla mala del Brenta indagati come i killer dopo 31 anni

Oggi la Procura sentirà Marino Bonaldo, 70enne, legato alla banda di Felice Maniero, sospettato di essere la vera vittima dell'agguato: aveva auto simile a quella guidata dal 23enne

Matteo Toffanin, il giovane 23enne ucciso 31 anni fa, vittima innocente di Mafia e il fumetto-verità a lui dedicato

Matteo Toffanin, il giovane 23enne ucciso 31 anni fa, vittima innocente di Mafia e il fumetto-verità a lui dedicato

Padova, 22 febbraio 2023 - Vi sono due persone iscritte nel registro degli indagati dopo la riapertura del caso per l'omicidio 31 anni fa di Matteo Toffanin, ucciso a 23 anni la sera del 3 maggio 1992 a Padova mentre rincasava dal mare con la fidanzata. 

Indagati per omicidio aggravato da premeditazione Chi era Matteo Toffanin? "Quanto può crescere una quercia?"

Il giovane guidava una mercedes imprestata dallo zio, che venne crivellata a colpi di lupara e rivoltella sparati da due uomini che gli si affiancarono in auto sotto casa di Cristina, dove il fidanzato l’aveva accompagnata: Matteo, colpito alla testa, non ebbe scampo; la sua ragazza, Cristina Marcadella, venne ferita alle gambe e si salvò. 

Nell'ambito della riapertura di un nuovo fascicolo di indagine da parte del pm Roberto D'Angelo, gli investigatori stanno seguendo per il movente, come riportano i giornali locali, una nuova pista: il bersaglio dei killer non era Toffanin ma un uomo legato alla mala del Brenta.

Indagati per omicidio aggravato da premeditazione

Proprio oggi il pm sentirà quella che si ritiene essere la vittima designata dell'azione killer, Marino Bonaldo, 70 anni, molti precedenti nella sua fedina penale, sospettato di essere stato all'epoca in affari con la banda di Felice Maniero sia nel traffico di droga che nelle rapine. Bonaldo guidava un’auto di un'auto simile a quella del pregiudicato: questo avrebbe potuto aver indotto in errore i due feroci assassini. A motivare l'omicidio sarebbe stata una partita di droga mai pagata che avrebbe fatto scattare la 'punizione'. Nei giorni scorsi era stata sentita anche l'ex fidanzata di Toffanin, Cristina Marcadella, che ha riferito i suoi ricordi dell'episodio. All'identità dei due possibili assassini, che risiedono nel Padovano, gli investigatori sarebbero arrivati grazie alle testimonianze raccolte: entrambi sono indagati per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. 

Chi era Matteo Toffanin?

Matteo Toffanin, 23 anni, di Padova, dopo aver terminato gli studi superiori in un istituto tecnico ed aver assolto l'anno del servizio di leva, faceva il rappresentante di computer. La sua ragazza, Cristina Marcadella, era impiegata. Quel 3 maggio 1992, era domenica: i due giovani avevano deciso di trascorre la giornata al mare. La sera, attorno alle 22 il rientro a casa; Matteo accompagna Cristina a casa: ma sotto casa scatta l’agguato mortale: un’auto li affianca, partono i colpi e Matteo perde la vita. Un episodio cruento che sconvolse l’opinione pubblica perché compiuto secondo dinamiche mafiose che all’epoca si pensava potessero verificarsi solo nel sud, dove la presenza della mafia era conclamata, non nel nord-est, dove invece agiva in maniera occulta. Si ipotizzò anche che i due assassini fossero arrivati dal sud per l’agguato e avessero poi fatto ritorno a casa. Ma non ci furono mai prove concrete e il 17 settembre 1993 il procedimento contro ignoti venne archiviato.

"Quanto può crescere una quercia?"

Sulla morte del giovane venne pubblicato un fumetto-verità, Matteo Toffanin. Quanto può crescere una quercia?, realizzato da Antonio Massariolo e Giorgio Romagnoni e pubblicata dall' Associazione Filotekne in collaborazione con BeccoGiallo. “In Veneto non c’è la mafia, son solo quattro mele marce, e non uccidono - è scritto nell'introduzione del fumetto -. Questa è la frase che si sente spesso dire quando si prova a parlare di mafie nel nord-est. La vicenda di Matteo Toffanin però ci riporta alla triste realtà, mostrando la verità: in Veneto la mafia c’è e uccide, uccide vittime innocenti e distrugge famiglie. La storia di Matteo inizia il 3 maggio 1992. È il giorno in cui la sua vita viene stroncata ma è comunque un inizio perché ogni volta che viene uccisa una vittima innocente la sua storia non termina, semplicemente nasce una nuova vita fatta di solidarietà, di consapevolezza, di memoria e di impegno. La storia di Matteo è anche la storia di una comunità che, grazie a Cristina, la sua ragazza di allora scampata all’attentato mafioso, ha deciso di mettersi d’impegno per ricordarlo e ricordare tutte le vittime innocenti delle mafie".