Chi è Stefano Bellabona, l’ingegnere padovano ferito a Suviana. La moglie: “Ha ustioni su tutto il corpo”

Il 55enne è titolare di un’azienda di Noventa Padovana, impegnata nel collaudo della turbina. Grave anche il veneziano Sandro Busetto. Trovato morto Adriano Scandellari di Mestre

Bologna, 11 aprile 2024 – “Stefano ha ustioni in tutto il corpo. La speranza è che che possa farcela: non ci resta che pregare”. È il drammatico racconto della moglie dell’ingegnere padovano Stefano Bellabona, rimasto ferito nell'esplosione della centrale idroelettrica di Bargi.

Il 55enne, originario di Noventa Padovana, è ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Parma: è stabile, ma la prognosi resta riservata. È il titolare della Impel System, una delle aziende impegnate al collaudo della turbina esplosa martedì.

È grave anche il quarto ferito, il veneziano Sandro Busetto di 59 anni: è ricoverato al reparto Grandi ustioni dell’ospedale di Pisa. Tra i morti c’è un altro veneto: è il 57enne Adriano Scandellari, un dipendente della Enel Green Power, padovano e residente a Mestre. Il suo cadavere è stato trovato oggi. 

La centrale elettrica di Suviana. Nel box. il padovano Stefano Bellabona
La centrale elettrica di Suviana. Nel box. il padovano Stefano Bellabona

La moglie: “Non ci resta che pregare”

“Cosa posso dirvi. Stefano ha ustioni in tutto il corpo. Non ha lesioni interne e questo può essere positivo, ma per ovvi motivi i medici non possono ancora esprimersi. Non ci resta che pregare e attendere. La speranza di tutti noi è che possa farcela''. È il racconto della moglie Chiara Badin raccolto oggi dal Gazzettino. Secondo i medici di Parma, le ustioni sono estese sul 50% del corpo e la situazione è critica.

Chi è Stefano Bellabona

Laureato all'Università di Padova, Stefano Bellabona è un ingegnere elettronico. Insieme al fratello è alla guida dell’azienda di famiglia Impel System di Noventa Padovana, ereditata dal padre che l’ha fondata una ventina di anni fa. La sua ditta – che si occupa di progettazione, automazione e controllo di centrali di produzione idroelettriche – era tra le aziende impegnate nel collaudo della turbina centrale idroelettrica.

“Non sappiamo cosa può essere accaduto”

“Mio marito era a Bologna già da qualche giorno – racconta Chiara Badin – è un professionista, non riesco ancora a capire cosa possa essere accaduto. Prego per lui, ma anche per chi non ce l'ha fatta e soprattutto per le persone che ancora risultano disperse”.