Fatture false e concorrenza sleale: 600mila euro di beni sequestrati nel Veneto

Una complessa indagina ha scardinato un'associazione a delinquire organizzata da società di Padova e Treviso. Perquisizioni anche nel Lazio, a Latina e Pomezia

Le indagini della guardia di finanza

Le indagini della guardia di finanza

Padova, 12 luglio 2022 – Sequestrati beni per 600mila euro a due società patavine, finite al centro di un’indagine per frode fiscale. Fatture false e Iva non versata allo Stato, sono i cardini di un complesso sistema evasivo, fondato sull'omesso versamento delle imposte di una ramificata compagine criminale che utilizzava sei società, tutte operanti nel settore elettrico.

Un vorticoso giro di fatture false emesse a Padova da una società che operavano nel commercio di materiale elettrico, poi trasferitasi a Treviso e amministrata da un uomo con precedenti di polizia per reati tributari. La società aveva unico fornitore estero di origine slovacca e un unico cliente italiano, con sede a Latina.

Sei persone sono state denunciate per i reati di associazione a delinquere, oltre che per l’emissione e utilizzo in dichiarazione di fatture per operazioni inesistenti per un imponibile di poco superiore a 4,2 milioni di euro. Il provvedimento cautelare è giunto a conclusione di un'articolata indagine di polizia giudiziaria.

Le indagini

L'attività di indagine è stata sviluppata attraverso la consultazione delle banche dati, accurate indagini finanziarie e diverse perquisizioni eseguite a Padova, Latina e Pomezia nella zona metropolitana di Roma. Ma non solo. L'esame del materiale informatico, ora sottoposto a sequestro, ha consentito di fornire all'Autorità giudiziaria un solido quadro probatorio in ordine all'esistenza di un vorticoso giro di fatture per operazioni inesistenti. Allo stesso modo, la frode ha visto il coinvolgimento di un'altra impresa della provincia di Treviso, che si è avvalsa sempre del medesimo fornitore europeo per documentare fittiziamente i propri acquisti. In sintesi, l'intervento dei militari del Gruppo di Padova ha permesso di disarticolare un meccanismo fraudolento, teso ad alterare il mercato del commercio dei prodotti elettrici, che venivano posti in vendita a prezzi oltremodo competitivi, grazie alla sistematica evasione dell'Iva gravante sulle operazioni commerciali, così generando fenomeni di distorsione della concorrenza.