Cibus 2021 al via, l’Italia vince fuori casa: +8% lo spumante ai francesi

I dati Coldiretti sull'export per l’avvio della 20ª edizione del Salone Internazionale dell'Alimentazione che aprirà a Parma domani, martedì 31 agosto per chiudere venerdì 3 settembre

Cibus, il Salone Internazionale dell'Alimentazione

Cibus, il Salone Internazionale dell'Alimentazione

Parma, 30 agosto 2021 - Aumenta del 10% l'export di birra Made in Italy in Germania ma crescono anche dell'8% le spedizioni di spumante italiano in Francia dove raggiungono il massimo storico, questo mentre triplica il consumo di caviale nazionale nel mondo (+187%) con l'Italia leader mondiale nell'allevamento. È quanto emerge dall'analisi della Coldiretti presenta in vista dell'apertura di Cibus, il Salone Internazionale dell'Alimentazione (dal 31 agosto al 3 settembre), organizzata da Fiere di Parma e Federalimentare. Saltata nal 2020, causa emergenza sanitaria, sarà la prima grande fiera internazionale a riaprire all’inizio del secondo semestre del 2021.

A trainare le vendite all'estero sono i settori tradizionali del Made in Italy, ma anche capacità di innovazione, qualità del prodotto e tanto spirito imprenditoriale, tutti fattroi che hanno consentito di ottenere tanti risultati "fuori casa"; e non solo in Francia, patria dello champagne o in Germania, ma anche negli Stati Uniti dove aumenta del 32% l'export di birra tricolore o in Cina dove quest'anno sono arrivate le prime spedizioni di riso. Un'Italia che ha saputo trasformare le difficoltà in opportunità, con le coltivazioni di frutta esotica raddoppiate in meno di tre anni superando i mille ettari fra Puglia, Sicilia e Calabria per sfruttare gli effetti dei cambiamenti climatici. Sempre più spesso al Sud, prima si sperimentano e poi si avviano coltivazioni di frutta originaria dell'Asia e dell'America Latina dalle banane ai mango, dall'avocado al lime, dal frutto della passione all'anona, dalla feijoa al casimiroa, dallo zapote nero fino al litchi. Il tutto grazie all'impegno di tanti giovani agricoltori che hanno scelto questo tipo di coltivazione, spesso recuperando e rivitalizzando terreni abbandonati.