Anticorpi monoclonali, il tifoso da Atlanta "Pesaro e le Marche sono un esempio"

Il virologo Guido Silvestri: "Sono ideali a beneficio dei pazienti fragili per un intervento nella fase iniziale dei sintomi"

Guido Silvestri

Guido Silvestri

di Luigi Luminati

La sperimentazione degli anticorpi monoclonali vista dal professor Guido Silvestri, virologo dell’Università di Atlanta

E’ partita nelle Marche. E’ una buona cosa?

"Più che buona direi ottima. Gli anticorpi monoclonali sono una terapia molto promettente se somministrati nelle fasi iniziali dei sintomi Covid in pazienti a rischio di sviluppare la malattia severa. Da notare anche che gli effetti collaterali sono del tutto minori e le alternative, in pazienti ad alto rischio, sono tutto sommato assenti".

Tre infusioni in pazienti trapiantati: in quali altre patologie possono essere utilizzati?

"Il paziente ideale per l’infusione dei monoclonali è un soggetto a rischio ed all’inizio dei sintomi, mentre l’efficacia non si vede nei pazienti già in fase di malattia severa. Un’altra possibilità su cui si sta lavorando è quella di utilizzare i monoclonali in soggetti a rischio. Come prevenzione più che terapia, per esempio in soggetti residenti nelle Rsa in presenza di focolaio attivo. In questo caso gli anticorpi potrebbero proteggere per alcune settimane".

Lei ha combattuto in ogni modo per far partire questa sperimentazione. Perché?

"Innanzitutto perché gli anticorpi monoclonali hanno un forte razionale scientifico, in quanto neutralizzano il virus rendendolo incapace di entrare nelle cellule dell’ospite, che poi è lo stesso meccanismo d’azione dei vaccini. Poi ci sono i risultati degli studi pre-clinici sugli animali da esperimento che hanno mostrato un forte effetto di protezione dalla malattia severa. Poi ci sono i dati dei trial clinici, molto promettenti, e l’osservazione che il plasma dei soggetti guariti quando funziona lo fa perché ci sono alti livelli di anticorpi neutralizzanti contro il virus".

E’ arrivato a richiedere le dimissioni del direttore di Aifa Nicola Magrini che aveva bloccato la sperimentazione.

"La posizione di Magrini per me rimane scientificamente incomprensibile e contraddittoria da un punto di vista dei comportamenti. Il punto centrale è che Magrini fermò la partenza della sperimentazione di questi monoclonali dicendo (e scrivendo in un comunicato stampa) che necessitava una approvazione di Ema. Poi però su questo punto è stato smentito da personaggi come il suo predecessore Luca Pani, Giorgio Palù, Walter Ricciardi, e l’ex-ministro Lorenzin... Infine da se stesso, visto che Aifa ha autorizzato la sperimentazione degli anticorpi il 6 febbraio (prima di Ema). Così si sono persi almeno tre mesi per motivi incomprensibili e nel pieno della seconda ondata Covid; direi che l’Italia si merita di meglio".

Lei è stato preso di mira dai soliti haters.

"Era già successo coi no-vaxx, ora è il turno dei no-anticorpi, che poi alla fine sono la stessa roba. Leoncini da tastiera senza né arte né parte, spesso anonimi e rigorosamente ignoranti di scienza e medicina. Roberto Burioni li chiama somari, e non ha affatto torto. Meglio ignorarli".

Il fatto che siano state Pesaro e le Marche a partire per primi è significativo?

"Per me è molto significativo che Pesaro ed anche Ancona si siano mosse in modo efficace e tempestivo nell’implementare questa nuova terapia contro Covid. Le Marche, la mia regione, sono magari poco conosciute all’estero e meno reclamizzate ma hanno un incredibile potenziale, sia nella sanità che in tanti altri settori".

Pensa che i vaccini ci faranno uscire dal tunnel della pandemia?

"Sì, ne sono convinto, e per questo è importante vaccinare quante più persone possibile ed il più presto possibile, in Italia come in tutto il mondo (perché il virus non conosce confini). Basta vedere i risultati che sono stati già raggiunti in paesi come Israele, Usa e Regno Unito. Per questo bisogna continuare ad informare il pubblico con grande pazienza, spiegando ai non addetti cosa sono i vaccini e come funzionano, cosi’ limitando i danni che purtroppo derivano dalla disinformazione fatta dai soggetti di cui si diceva prima".