Badanti e Green pass: l’incognita controlli

Chi li farà e come? Per trovare chi non è vaccinata, possibile incrociare i dati Inps con quelli dell’Asur, ma solo per le lavoratrici in regola

Badante al lavoro: nella nostra con la presenza maggiore nelle Marche

Badante al lavoro: nella nostra con la presenza maggiore nelle Marche

Pesaro, 29 settembre 2021 - Saranno le famiglie a dover pretendere da colf e badanti che queste abbiano il Green pass per entrare nel luogo di lavoro, ovvero casa nostra. Da venerdì 15 ottobre entrerà in vigore anche questa novità che potrebbe creare alcuni problemi. Nel 2020, secondo l’osservatorio sui lavoratori pubblicato dall’Inps, in provincia di Pesaro e Urbino ci sono 6267 colf e badanti regolarmente assunte.

Ma chi e come controllerà, poi, se una badante e una colf hanno o meno il Green pass? Difficile dirlo. Il problema per le forze dell’ordine, per come stanno le cose adesso, è poter aver accesso nelle case private. I proprietari possono non aprire. In teoria, i più vicini a questo settore di competenza sono i carabinieri dell’Ispettorato del lavoro. Ma con quali criteri potranno muoversi? Al momento, non risulta che i militari dell’Ispettorato abbiano avuto indicazioni precise, per la data del prossimo 15 ottobre.

Un sistema, abbastanza rapido, per fare un controllo, riguardo alle badanti che sono in regola e che potevano vaccinarsi in Italia, potrebbe esserci, almeno in teoria. incrociare i dati. Prendere cioè nominativi, a campione, dall’Inps, cui sono iscritte le badanti assute in regola, e incrociarli con quelli dell’Asur, che ha la lista dei nomi di chi si è vaccinato. In quel modo si potrebbe scorprire che la badante Maria lavora regolarmente presso la famiglia Rossi ma non si è ancora vaccinata.

Cosa potrebbe succedere dopo, però, a livello di controlli, è ancora tutto da capire. Si sa che la sanzione è sia per la badante che per il datore di lavoro. Da 600 a 21500 euro per le prime e da 400 a 100 euro per i datori di lavoro. Per quelle in nero, i controlli sono ancora più difficili e improbabili.

"Di quelle regolarizzate le vaccinate saranno il 50%", spiega Valeria Piccardi, coordinatrice dei servizi del ‘Centro Privatassistenza’ di Pesaro, con sede in Galleria dei Fonditori nel centro commerciale Miralfiore. "Molte sono attente – prosegue – Ci tengono al lavoro, essendo in regola e facendo la dichiarazione dei redditi. Hanno paura del contagio. Noi qualsiasi persona andremo a selezionare sarà vaccinata".

Un’altra cifra simile però, stimano i sindacati di settore, lavora in nero, senza un contratto regolare. Quindi il numero delle 6267 colf e badanti in provincia lieviterebbe sopra i 10mila. Perciò, dei circa 2 milioni di lavoratori domestici a livello nazionale (900mila quelli regolari secondo l’Inps), l’associazione Assindatcolf dice che il 50% non è vaccinato. Pesaro e Urbino, visto il report del 2019 dell’associazione Domina, è la provincia in regione con l’incidenza maggiore di colf (7.4 ogni mille abitanti), così come per le badanti (12.4 badanti ogni cento anziani contro il 10.8 di media regionale).

La maggior parte delle colf e bandati sono donne (92% in regione), provengono dall’est Europa e rientrano in una fascia d’età tra i 50 e i 59 anni. Il famigliare però, essendo dentro casa sua, non dovrà essere vaccinato. Un’incongruenza legislativa che potrebbe penalizzare ulteriormente i controlli.

Andrea Mancini, coordinatore della Caritas Diocesana Pesaro, spiega: "Da noi qualche signora si rivolge quando deve attraversare il periodo di stallo tra una famiglia e l’altra. Le più fortunate hanno contratti in regola con poi la disoccupazione. Noi però, per coloro che hanno più difficoltà, il 5 ottobre faremo una quinta data utile per vaccinarsi. A volte sono venute anche le badanti".