Caritas Pesaro, i numeri che fanno tremare: "La classe media diventa povera"

Il 2021 conferma le cifre pesantissime del 2020, aggravate dalla pandemia. Per questo l’ente chiede aiuto a tutti: "Diamoci una mano"

Caritas, i numeri che fanno tremare

Caritas, i numeri che fanno tremare

Pesaro, 27 novembre 2021 - Questo 2021 che volge alla fine conferma in modo ineluttabile la mano pesante della pandemia sulla nostra comunità e la Caritas diocesana, di Pesaro operante sulla linea del fuoco dove le parole servono a niente e il fare è tutto, lo accerta con la durezza ottusa dei numeri: durante l’anno, le persone che si sono rivolte alle sue strutture per un qualunque tipo di aiuto sono aumentate del 40% confermando purtroppo - come dicono in conferenza stampa il direttore Emilio Pietrelli e il coordinatore Andrea Mancini - "segnale di un progressivo impoverimento delle classi medie".  

Le espressioni di sapore sociologico e statistico sono le meno coinvolgenti nel linguaggio della Caritas che parte da fondamenta spirituali e pastorali riferendo alla ricorrenza dell’Avvento, il tempo liturgico dell’attesa del Natale, la sua raccolta fondi 2021 titolata "Diamoci una mano". Ma la realtà è tale che la fede ha più senso se è operativa e se ha forza per affrontare dati sempre più difficili.  

Nel corso del 2021 la Caritas ha assistito 1.652 famiglie, un totale di 6.908 persone, per bisogni legati alle sue quattro aree di intervento: l’emergenza abitativa è praticamente triplicata coinvolgendo 1.389 nuclei su 1.653, con 135 beneficiari di 8.078 notti di accoglienza; l’emergenza alimentare ha visto 263 beneficiari di 16.126 pasti, in aumento pur riguardando meno persone e rivelando una "povertà strutturata"; l’emergenza sanitaria ha riguardato 352 persone, con circa 8 visite mediche settimanali, e il problema di chi non può essere seguito dal Servizio sanitario nazionale; e infine sono stati 1.138, su 1.653, i nuclei familiari assistiti in cui è presente almeno un minore. Numeri eloquenti di una realtà in crescita e in parte non rilevata dai normali radar della comunicazione.  

"Non aspettare un miracolo per iniziare a condividere", dice l’imprenditore "pastorale" Pietrelli per dare sinteticamente un senso alla raccolta fondi dell’Avvento, senso che si fa più pregnante dopo aver conosciuto i dati di partenza. Pietrelli ricorda anche come la Caritas possa operare in una comunità con un suo senso profondo della condivisione, in una città che lui, riconoscendole il merito che le appartiene, definisce addirittura una "polis". Quella che ufficialmente si chiama Campagna di Avvento Caritas si apre domani in concomitanza con l’ingresso, per la Chiesa, nel tempo dell’attesa e della preparazione del Natale. Chi indugia e magari aspetta una spintarella decisiva, sappia che è possibile fare donazioni economiche fiscalmente deducibili: siamo umani, nessuno può vantare fedi pure come diamanti e pure i "gentili" dicevano: "chi dà subito da due volte". Un buon Natale è un Natale buono. Dice la Caritas.  

f.b.