Addio certificato medico per tornare a scuola nelle Marche

In classe dopo oltre 5 giorni di influenza, approvata alla legge regionale

SI CAMBIA A destra, il consigliere regionale Renato Claudio Minardi

SI CAMBIA A destra, il consigliere regionale Renato Claudio Minardi

Pesaro, 18 aprile 2019 - Già da domani potrebbe entrare in vigore la nuova legge regionale che elimina l’obbligo di presentare il certificato medico oltre i cinque giorni di malattia per essere riammessi a scuola. Il provvedimento, diventato legge su proposta del vicepresidente del Consiglio regionale Renato Claudio Minardi, raccoglie il favore del segretario regionale dell’Ordine dei medici pediatri, Bruno Arcangeli. «E’ un provvedimento molto utile per le famiglie – commenta a caldo lo specialista – perché effettivamente elimina una incombenza burocratica che dal punto di vista scientifico non aveva più motivo di esistere. Ha fatto bene la nostra Regione ad adeguarsi ai tempi: quest’obbligo è venuto meno già in altre parti d’Italia da anni».

Vero. Un provvedimento simile è statto già adottato da altre regioni italiane come Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Piemonte, Emilia Romagna, Umbria, dalle Province autonome di Trento e Bolzano e, da ultimo e dalla Regione Lazio. Del resto è proprio nella semplificazione burocratica che si è incardinata la proposta diventata legge. Il testo è stato approvato dal Consiglio regionale ed entrerà in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, prevista per oggi. «L’obiettivo – dichiara Minardi – è quello di sollevare le famiglie, i medici e i pediatri e le scuole da un obbligo ormai solo burocratico introdotto nel 1967 e che oggi è divenuto obsoleto.

Le malattie infettive si trasmettono nella fase di incubazione o all’inizio della malattia stessa». Il certificato sanitario resta obbligatorio nei casi di profilassi previste a livello nazionale o internazionale per motivi di sanità pubblica. La nuova norma esonera infatti le famiglie dall’obbligo per i semplici casi di influenza. «Per intenderci: per il morbillo ci vuole il certificato. L’esonero? Penso ad otiti o alla serie di semplici infiammazioni delle vie respiratorie – ipotizza Arcangeli –. Aspetto di leggere l’articolato di legge, ma la definizione è intuibile. Il provvedimento è utile non solo perché effettivamente la malattia infettiva è contagiosa nella fase precoce, ma anche perché non mette fretta ai genitori di riportare i figli a scuola: i bambini che rientrano in comunità quando ancora non si sono del tutto ristabiliti sono più soggetti a riammalarsi». La fretta può nascere proprio per voler restare nei cinque giorni per cui non serve il certificato del medico. «Comprendo però i genitori – osserva Arcangeli –. C’è anche chi per poter portare il figlio alla visita altro non può fare che prendere un giorno di ferie: penso a chi abita a Mombaroccio e ha il pediatra a Pesaro, per esempio». Per esperienza diretta Arcangeli valuta il beneficio: «Su una trentina di bambini che visito quotidianamente una metà potrà venire per il certificato in questione». Se lo moltiplichiamo per gli studi pediatrici ci rendiamo conto del taglio netto alla burocrazia.