Complimenti a "Kum!". Ma per riempire i teatri basta guardarsi in casa

Il "Kum! Festival" a Pesaro ha registrato un grande successo con oltre 6mila presenze. Il Comune si mostra soddisfatto, ma sottolinea che la città ha già una vivace scena culturale.

Complimenti a "Kum!". Ma per riempire i teatri basta guardarsi in casa

Complimenti a "Kum!". Ma per riempire i teatri basta guardarsi in casa

Gran successo per "Kum! Festival" che ha animato Pesaro Capitale della cultura con più di 40 ospiti e 30 incontri facendo registrare oltre 6mila presenze. Parola più parola meno, è quanto annuncia con palese soddisfazione il nostro Comune a commento della iniziativa del professor Massimo Recalcati (nella foto). Ne siamo tutti contenti e felici pur non riuscendo a condividere il manifesto entusiasmo degli amministratori come si se fosse trattato di una sorpresa connessa esclusivamente alla qualità del Festival forestiero. Ma come dicevano gli antichi, se vai al mare trovi l’acqua. Per dire che questa è una città che per conto suo e senza bisogno di Festival di ogni razza e specie, ha oltre 2.000 iscritti ai corsi dell’Università dell’Età Libera, fra l’altro pagando una quota d’iscrizione; riempie sale di qualunque capienza se un critico d’arte come il professor Battistini e il suo collega storico Giardini parlano della mostra sul "Novecento pesarese" di Elio Giuliani a Fano; riempie il Rossini fino al loggione se arrivano artisti di qualità, per non parlare del pienone per il balletto organizzato dal Liceo Coreutico Marconi; garantisce presenze di sostanza per ogni appuntamento in cui si parli, si discuta, si suoni, si canti, o anche si giochi a calcio e a basket, anche se perdiamo spesso e non volentieri. Benvenuto e grazie dunque a "Kum!" E tuttavia, contestualizzando, come si dice per vederla in altro modo, considerata la Capitale della cultura, la domanda é: quante presenze avrebbe per esempio garantito una "Storia della città e del territorio" raccontata in una serie di appuntamenti, come capitoli di un grande libro, da una serie di uomini di cultura nostrani, da docenti universitari a critici, da studiosi ad artisti, da scrittori e poeti, imprenditori e professionisti e perfino da persone normali appassionate di aspetti della nostra comunità. Potrei citarne decine, ne dico solo uno che come narratore non avrebbe uguali: Glauco Mauri. Abbiamo le tagliatelle fatte in casa e andiamo a comprare la pasta "Kum!".

f.b.