Continua l’emorragia di residenti Ogni anno 100 persone vanno via

Dal dopoguerra ad oggi popolazione quasi dimezzata. Rimaste poco più di 8mila persone, molti gli stranieri

Ancora un calo deciso di residenti nel comune di Cagli con oltre cento abitanti in meno, un trend che si protrae da un decennio. Sono i dati elaborati al 31 dicembre dal responsabile del Servizio demografico comunale, Stefano Balducci. Esattamente i residenti che al 31 dicembre del 2021 erano 8.156, dei quali 3.959 maschi, 4205 femmine e 657 stranieri, nell’ultimo giorno dell’anno sono scesi a 8.054 rispettivamente con 3.904 maschi, 4.150 femmine e 623 stranieri. Negativo con meno 89 unità il saldo tra i deceduti 128 e con sole 38 nascite. Sembra stabile la popolazione straniera, con prevalenza di rumeni 117, seguono 101 dal Marocco, 96 dall’Albania, 74 dalla Cina ed il resto con poche unità le da altri Paesi extracomunitari. Sono stati in 138 a trasferirsi in altri comuni italiani e 34 verso altri Paesi stranieri. I nuovi iscritti provenienti da altri comuni italiani sono stati 125 mentre da Paesi esteri 52. Sono 3662 i nuclei familiari tra le quali 589 straniere. Una situazione che rispecchia quanto sta avvenendo in tutto il nostro entroterra che registra un po’ ovunque nei comuni più a ridosso della fascia appenninica ogni anno continuo emorragie ed un sempre più marcato invecchiamento dei residenti. Noti i motivi: i giovani che si trasferiscono altrove in cerca di possibilità ben più appetibili di occupazione ed il calo di servizi importanti che rendono la permanenza ormai sempre più precaria. Dal primo censimento del dopoguerra, i residenti allora erano circa 15.000, il comune di Cagli ha ormai quasi dimezzato la popolazione. Se non fossero arrivati qualche centinaio di nuovi residenti stranieri il calo sarebbe stato molto più consistente. Se continuerà il trend di oltre 100 abitanti in meno ogni anno, Cagli che era una città di riferimento e centralità per altri comuni del circondario, con uffici pubblici come catasto, uffici del registro e finanziari, Enel, ospedalieri ed altri negli ultimi decenni trasferiti, rischia di diventare un piccolo e dimenticato borgo di montagna.

Mario Carnali