Covid Pesaro: picco contagi. Assalto agli ospedali, terminate anche le barelle

Un lunedì di fuoco nei pronto soccorso del capoluogo e Fano, pareva marzo scorso

Covid, la curva dei contagi nel Pesarese

Covid, la curva dei contagi nel Pesarese

Pesaro, 30 dicembre 2020 - Tutto è successo tra le 17 e le nove di sera di lunedì scorso, quando i pronti soccorso di Pesaro e di Fano hanno dovuto reggere l’impatto di 97 persone tutte presenti contemporaneamente nei locali di emergenza in gran parte con sintomi verosimilmente collegati al Covid19. Insomma, un picco straordinario di richieste di assistenza che, per la prima volta da marzo, ha quasi mandato in tilt anche il numero unico di emergenza 118 per le troppe chiamate.

"Una situazione al di là di ogni possibilità di gestione, tanto che a un certo punto avevamo terminato pure le barelle", commentava ieri mattina il direttore sanitario dell’ospedale Marche Nord, Edoardo Berselli. "Siamo stati costretti ad avviare immediatamente il Piano di maxi-afflusso necessario quando un numero alto di persone, con codici da verdi a rossi, in un lasso molto breve di tempo arrivano a saturare tutte le possibilità diagnostiche emergenziali – ha poi spiegato Berselli - Questo significa che abbiamo richiamato in servizio tutti i medici e gli infermieri reperibili, organizzato nuovi turni di lavoro per la notte e reperito all’esterno del perimetro dei pronto soccorso posti per le persone che dovevano terminare gli accertamenti diagnostico-terapeutici".

Alle 21, dopo alcune dimissioni, la situazione era di 78 pazienti ancora nei pronti-soccorso, 43 a Fano e 35 a Pesaro, tra i 75 e i 90 anni. Almeno 43 di essi avevano bisogno di un ricovero, 30 perché Covid positivi, o con sintomi sospetti, e altri 13 Covid negativi in codice rosso.

"Nel frattempo - ha proseguito Berselli – abbiamo chiesto alle altre strutture regionali di Asur e all’ospedale regionale di Torrette la disponibilità ad accogliere almeno una parte di coloro che avevano bisogno di cure ospedaliere e che Marche nord non poteva accogliere per mancanza di letti. Grazie al loro aiuto, entro le 22 sette pazienti sono stati trasferiti in strutture di altre province e siamo così riusciti a dare una risposta a tutti".

Ieri mattina l’Unità di crisi si è di nuovo riunita per procedere con altre dimissioni straordinarie verso le strutture post-ospedaliere del territorio che cominciano a fare fatica ad accogliere nuovi malati, e a chiudere un numero cospicuo di diagnostiche relative a pazienti che avevano bisogno di completare gli esami con Tac e risonanze così che i medici potessero decidere se procedere con una dimissione o con un ricovero. "Alle 12 – ha annunciato il direttore sanitario – la situazione, dopo il momento di crisi, è tornata in equilibrio. Ma il timore è che questo sia il segnale dell’arrivo della terza ondata epidemica". "Nelle ultime tre settimane la pressione sul Marche Nord non è mai calata – ammette Berselli - Di giorno in giorno abbiamo sempre alzato l’asticella e preso le decisioni per far tornare in equilibrio la situazione. Ma lunedì abbiamo raggiunto un limite non più gestibile con le nostre forze: certo è che una pressione simile non potremo sopportarla più di un giorno, al massimo due".

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