Delitto Bruzzese, ultimi atti Duello sulle schede sim

La difesa di uno dei due presunti killer: "L’utenza del mio assistito nei giorni dell’omicidio risulta a Brescia". Nell’udienza del 1° giugno parlerà la procura.

Delitto Bruzzese, ultimi atti  Duello sulle schede sim

Delitto Bruzzese, ultimi atti Duello sulle schede sim

Ancora nessuna sentenza per i due presunti killer di Marcello Bruzzese, freddato con una ventina di colpi di arma da fuoco la notte di Natale 2018, in via Bovio in centro a Pesaro. Un delitto di mafia, come ritorsione per la collaborazione con la giustizia del fratello della vittima, l’ex ’ndranghetista Girolamo. La decisione del giudice di Ancona sulla richiesta di ergastolo presentata dalla procura dorica slitta quindi di un paio di udienze. Gli imputati (a processo con rito abbreviato) sono Francesco Candiloro, 43 anni, originario di Polistena, Reggio Calabria, pasticcere a Brescia, e Michelangelo Tripodi, 44 anni, di Vibo Valentia.

Ieri è stato il giorno dell’arringa del secondo difensore di Candiloro, l’avvocato Fausto Bruzzese del foro di Bologna (che lo assiste insieme con il collega Gianbattista Scalvi). Una difesa che sostiene la totale estraneità dell’imputato: "Stiamo discutendo un processo definito indiziario dalla stessa procura – ha sottolineato l’avvocato Bruzzese – L’unico elemento contro Candiloro sarebbe quell’utenza olandese. Avrebbe messo quella sim nel suo telefonino che sarebbe stata rilevata nei giorni dell’omicidio e nei luoghi dello stesso, ma in periodo antecedenti al delitto". Le celle di Pesaro, secondo la procura, avrebbero agganciato quell’utenza. "In particolare, dice l’accusa, tra il 26 agosto e il 20 dicembre del 2018 – ha continuato Bruzzese – Ma l’utenza del nostro assistito, nei giorni dell’omicidio, è a Brescia. Ho sostenuto che questa valutazione relativa all’accoppiamento delle due utenze è di tipo logico-probabilistico. Non assurge a rango di indizio certo. E nessuno ha potuto sostenere che uno dei killer avesse in tasca l’utenza olandese. Un’utenza accesa su un criptofonino, quei cellulari di cui si dotano nella malavita per non essere rintracciati e intercettati. Ma non c’è un titolare ufficiale di quella sim. E se c’è, non è Candiloro". Chiuso il giro delle arringhe difensive, ora la parola torna di nuovo alla procura. Il primo giugno sarà infatti la prossima udienza, dedicata alle repliche della pubblica accusa. E quel giorno si deciderà a quanto rinviare il processo per eventuali controrepliche. E di sicuro per la sentenza.

e. ros.