Furti in casa Pesaro, Fano e Rimini, sgominata gang di professionisti

Tre uomini e una donna, tutti albanesi, avevano come base operativa un residence di Rimini. E da lì razziavano abitazioni della zona

Gioielli e contanti sequestrati alla banda di ladri (foto Print)

Gioielli e contanti sequestrati alla banda di ladri (foto Print)

Pesaro, 28 gennaio 2020 - Sono pendolari del crimine. Sono i 4 albanesi, tre uomini e una donna, arrestati domenica notte dalla squadra Mobile di Pesaro in un residence a Rimini. Gli inquirenti li ritengono responsabili di una serie di furti tra Rimini, Pesaro, Tavullia, Fano e Marotta. L’ultimo colpo prima di finire in manette è stato quello di domenica notte a Marotta.

L’indagine, illustrata in Questura dal commissario Paolo Badioli della Squadra mobile, ha preso il via grazie al colpo d’occhio di due agenti della squadra Volante che la sera del 20 gennaio scorso sono intervenuti in via dei Susini a Case Bruciate. Li aveva chiamati una signora che nel rientrare in casa si era trovata di fronte a due ladri, i quali si erano subito dati alla fuga. Nel perlustrare la zona, la Volante aveva notato una Mercedes con targa albanese che, alla vista della pantera, aveva accelerato riuscendo a seminarli.

Ma per poco. I poliziotti li hanno scovati poco lontano. A bordo c’erano un ragazzo e una ragazza albanesi. Hanno detto di essere fidanzati, di essere appena arrivati in Italia e che, non conoscendo le strade, si erano persi. Ma il fiuto degli agenti ha sentito subito che qualcosa non tornava. Li hanno portati in Questura. E lì, a far concentrare i sospetti su di loro, è stato un altro particolare. I loro telefoni hanno cominciato a squillare con insistenza mentre venivano indentificati. C’era quindi chi li cercava con molta urgenza. Ai poliziotti è bastato fare due più due. La presunta coppietta doveva essere complice dei ladri scoperti in casa dalla signora di Case Bruciate. Il loro compito era quello di aspettarli in macchina una volta che avessero finito le scorrerie. Gli agenti gli hanno così sequestrato i cellulari.

A quel punto hanno chiamato in causa i colleghi della Mobile i quali hanno subito preso in mano le redini dell’indagine. Nei cellulari hanno ritrovato foto scattate, qualche mese fa in Lombardia, di monili d’oro e orologi di pregio. C’era anche una foto di uno dei ragazzi (questa scattata in Albania) con in pugno una pistola semiautomatica. Intanto, grazie ai ritrovati della tecnologia, come cimici e gps piazzati nell’auto, hanno potuto seguire la Mercedes della coppia che li ha portati dritti al loro quartier generale, un residence a Miramare di Rimini in cui avevano preso alloggio il giorno prima.

Qui la Mobile di Pesaro è arrivata a perquisire ogni angolo della casa, soprattutto alla ricerca dell’arma, ma senza ritrovarla. Così, anche sotto il coordinamento della Procura di Pesaro (pm Silvia Cecchi e Valeria Cigliola), i poliziotti hanno cominciato a osservare giorno e notte il residence. E nel giro di poco hanno individuato gli altri due complici della banda e una seconda autovettura, una Toyota Corolla grigia. Da quel momento, la Mobile non gli ha più tolto gli occhi di dosso, arrivando a scoprire che il poker di malviventi partiva da Rimini alla volta di Fano e Marotta per mettere a segno altri furti in abitazione.

Ma l’ultima razzia di domenica sera a Marotta gli è stata fatale. La Mobile aveva ormai capito il modus operandi del quartetto. Così li ha aspettati a Rimini e ha fatto irruzione nel residence prendendoli con le mani nel sacco. I meglio nel bottino. Avevano infatti apparecchiato il tavolo con tutta la refurtiva (foto) quando gli agenti sono entrati. Scattato così l’arresto in flagranza, convalidato l’altra mattina dal gip di Rimini, il quale ha disposto la custodia cautelare in carcere per i quattro e inviato il fascicolo per competenza alla Procura di Pesaro.