Giovani tra precariato e stipendi da fame "Boom di dimissioni. E molti vanno all’estero"

L’analisi della UIl: "Migliaia di lavoratori pesaresi si sono licenziati, tantissimi tra gli under 45. Qui si guadagna molto meno che al Nord"

Giovani tra precariato e stipendi da fame  "Boom di dimissioni. E molti vanno all’estero"

Giovani tra precariato e stipendi da fame "Boom di dimissioni. E molti vanno all’estero"

di Giorgia Monticelli

I giovani non sono più disposti a barattare il loro benessere sociale ed economico, non sono più disponibili a lavorare tutta in un posto di lavoro malsano o sottopagato. Lo dimostrano i dati pubblicati in una nota dal sindacato Uil Marche che sottolineano come tutta la regione sia colpita da una fuga di giovani e lavoratori all’estero, o comunque fuori dal territorio marchigiano. Giovani che decidono di dimettersi dal proprio posto di lavoro per via di paghe troppo basse, condizioni non accettabili o per una mancanza di progettualità futura sul singolo individuo all’interno delle aziende.

In tutta la provincia di Pesaro e Urbino, nei primi sei mesi del 2022, ci sono state in totale 27 mila cessazioni di lavoro riferite a persone sotto i 45 anni. Di questi, 6.836 si sono dimessi: la maggior parte dal settore dell’industria con in totale 2.521 dimissioni, seguono le 974 riferite al settore alberghiero e della ristorazione e i restanti invece a quello del commercio.

"Un dato, quello riportato dal territorio pesarese, che unito a quello di tutta la regione genera uno scenario da tenere sott’occhio. Vogliamo veramente pensare che tutti questi giovani scappino dal nostro territorio per sfuggire alle possibili responsabilità del lavoro?", si chiede Claudia Mazzucchelli, segretaria regionale della Uil Marche. "Dobbiamo prendere atto – prosegue – che nelle Marche abbiamo gli stipendi più bassi del Centro Nord Italia e tanto tempo determinato. Perché le persone dovrebbero investire su se stesse, fare sacrifici se poi non vedono prospettive concrete?"

In tutte le Marche, infatti, la fuga dei lavoratori – non per forza dei cervelli – ha toccato vertici altissimi. Sono state 48 mila nel 2021 e oltre 27 mila nei soli primi sei mesi del 2022 le persone under 45 che hanno deciso di abbandonare i propri posti di lavoro per via delle condizioni precarie di essi: 2.439 di questi si sono trasferiti all’estero e 4.240 fuori regione.

Dall’indagine "Excelsior" di Unioncamere e Anpal emerge che delle oltre 33 mila assunzioni previste nel trimestre gennaio-marzo 2023, appena un quarto sarà a tempo indeterminato. Per il restante 75% l’ingresso nel mondo del lavoro marchigiano sarà caratterizzato da contratti a tempo o atipici. "Questi dati – continua Mazzucchelli – confermano un andamento preoccupante che ci vede costretti a interrogarci sul futuro dei giovani e lavoratori della nostra regione. Gli Istituti tecnici superiori rappresentano un’occasione da non perdere per formare tecnici specializzati, altrettanto non si può dire per l’alternanza Scuola-Lavoro che andrebbe ripensata. Non dimentichiamo che il compito principale dell’istruzione è formare cittadini consapevoli. I ragazzi devono essere messi in condizione di avere un’esperienza positiva con il mondo del lavoro, non mandati allo sbaraglio con il rischio di incidenti, anche mortali, come quelli riportati dalle cronache".

Ora Uil Marche lancia l’appello alla Regione chiedendo "confronti seri con aziende, sindacati e politici per attuare una strategia funzionale in tutto il territorio marchigiano".