Pesaro, la grande gelata. Metà degli hotel ancora chiusi

Oliva, presidente degli Albergatori: "Hanno aperto una ventina su 45 del fronte mare. Traditi anche da 4 o 5 bagnini che hanno stracciato l’accordo con noi"

La spiaggia di Levante

La spiaggia di Levante

Pesaro, 29 giugno 2020 - Fabrizio Oliva, presidente degli albergatori, fa un sospiro e dice: "Giugno è stato disastroso. Pensavo che sarebbe arrivata almeno la metà dei turisti del 2019. Invece siamo sotto al 40 per cento. E non vedo segni di miglioramento tanto che io aprirò il mio albergo, il Caravelle, sabato prossimo e l’Embassy il 18 luglio". Aggiunge Oliva: "Non possiamo aspettarci nemmeno grandi risultati dal bonus vacanze. Io ad esempio lo accetto anche perché lo recupero al primo versamento di contributi per i miei dipendenti ma è il turista che non andrà scaricare l’app, che non partirà con l’Isee al seguito, che sarà male informato, e che magari chiederà lo sconto senza aver fatto l’accreditamento. Insomma, lo considero un palliativo che non apporterà nulla di nuovo. E per questo, moltissimi alberghi e strutture non lo accetteranno nemmeno". Oliva dice: "Un solo dato serve a capire che cosa sta succedendo: su 45 alberghi di prima linea, ne sono stati aperti solo una ventina. Io credo che oltre al Majestic, che ha già detto che non riaprirà per questa stagione, altri cinque o sei ci stanno pensando, e sono sia proprietari che gestori". Aggiunge il presidente degli albergatori: "Gli alberghi di Pesaro che sono aperti in questo momento, hanno clienti per l’80 o 90 per cento da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, in particolare dal Reggiano. Ma, oltre al crollo delle presenze, quello che non ci saremmo mai aspettati è stato il comportamento di cinque o sei bagnini che hanno tradito la parola data dopo aver firmato un protocollo di intesa con gli albergatori garantendo i prezzi dell’anno scorso. Ci siamo ritrovati invece, dovendo fare i prezzi per i clienti con pensione completa, che il costo di ombrelloni e lettini erano aumentati facendo alterare il conto al cliente dell’albergo. E’ stato un comportamento da parte di 4 o 5 bagnini che non può passare sotto silenzio. L’associazione albergatori invierà un esposto sia alla Capitaneria di porto che al Comune chiedendo la revoca della concessione a questi signori che pensano di gestire da padroni un bene dello Stato di cui loro hanno solo la concessione. Hanno visto la richiesta dei pesaresi, a cui hanno aumentato i prezzi anche del 30 o 40 per cento, e hanno stracciato gli accordi firmati con gli albergatori. Troppo comodo. Noi non facciamo finta che sia un peccato veniale. Vediamo se gli enti interessati prenderanno provvedimenti". Continua Oliva: "A differenza degli alberghi, che non hanno aumentato i prezzi anzi al contrario, qualcuno li ha pure diminuiti, la maggior parte dei bagnini di Pesaro è passata al contrattacco decidendo un aumento senza stare troppo a pensare che la gente usciva da tre mesi di dramma. L’aumento è stato deciso in questo modo, ossia dividendo l’incasso dell’anno scorso per il numero di ombrelloni di quest’anno. Il risultato è quello che viene applicato al cliente dell’ombrellone". Con il crollo dei turisti, sono diminuiti anche i posti di lavoro: "Molti non sono stati richiamati – dice Oliva – perché l’albergo è chiuso ma hanno avuto dallo Stato 600 euro a marzo, 600 ad aprile e 1000 euro a maggio, o almeno avrebbero dovuto avere perché so che qualcuno è ancora in attesa. Vanno meglio i ristoranti, che hanno spesso il tutto esaurito. Ma è comprensibile: hanno dovuto diminuire i tavoli e quindi vengono occupati molto in fretta. Con gli alberghi invece è diverso. Purtroppo".