Il dottor Tibaldi di nuovo in Burundi nell’officina ortopedica

Il dottor Gianni Tibaldi, reduce da un incidente d'auto, parte per il Burundi con la Fondazione Andare oltre per fornire assistenza ortopedica e protesi, con progetti anche in Congo.

Il dottor Tibaldi di nuovo in Burundi nell’officina ortopedica

Il dottor Tibaldi di nuovo in Burundi nell’officina ortopedica

Per la seconda volta dall’incidente d’auto che nel gennaio 2023 l’aveva bloccato al gelo per 15 ore nei boschi intorno alla Sp Valle di Teva, il dottor Gianni Tibaldi è ripartito per l’Africa, diretto in Burundi, dove assiste le persone che lo attendono nell’officina ortopedica dell’ospedale di Bubanza.

Anche questa volta il medico, specializzato in scienze e tecnologia ortopedica protesica e residente nel comune di Sassocorvaro-Auditore, si unisce alla missione della onlus Fondazione Andare oltre, fondata dal dottor Piero Petricca, che ha allestito l’officina. "Lo facciamo per alleviare la situazione di persone che purtroppo non ce la fanno, cercando di evitare l’amputazione di arti in quelle a rischio e, quando questo non è possibile, costruendo protesi per loro – spiega Tibaldi –. L’ultimo viaggio è stato a novembre e, anche se ancora devo convivere con dei postumi dell’incidente d’auto, è andato tutto benissimo, grazie pure al dottor Petricca, che è un grande medico. Mi unii alla Fondazione nel 2019 e in questi anni abbiamo eseguito tra i 100 e i 150 interventi ortopedici in Burundi. Inoltre, abbiamo installato circa 100 protesi, che funzionano bene: ora torneremo a Bubanza fino a metà maggio per controllarne lo stato, perché lì ci sono sempre problemi d’igiene. Noi continuiamo ad andare in Africa perché non abbiamo intenzione di lasciare a se stesse quelle persone, cercando di dare il meglio, nel nostro piccolo".

Al lavoro che svolge in Burundi, presto Tibaldi affiancherà un’attività nella Repubblica democratica del Congo, sempre al seguito della Fondazione Andare oltre, la cui presenza è stata richiesta nella capitale Kinshasa: "Apriremo un centro ortopedico anche lì – spiega –. Un benefattore ci ha chiesto di crearlo in un ospedale già esistente e noi abbiamo risposto alla chiamata: siamo felici di poter aiutare pure in Congo".