"Il mio video virale sul re della tavola avvierà un progetto di beneficenza"

Dalla Colombia Umberto Ruggeri lancia una linea di gadget sul suo sfogo che conta più di due milioni di visualizzazioni

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"Sono tartufi questi?". Sei anni fa Umberto Ruggeri, 37 anni di Belforte, era stato inondato dallo tsunami della celebrità dei social grazie ad un video che in poco tempo era diventato virale (ad oggi conta oltre due milioni di visualizzazioni). Ruggeri, da sempre commerciante di tartufi e di prodotti tipici, allora di stanza in Spagna, contestava con un video colorito i tartufi ricevuti da un commerciante della nostra provincia: lo sfogo era così colorito da diventare virale e da fargli meritare la simpatia del popolo della rete. Da allora Ruggeri si è trasferito in Colombia, dove ha aperto una agenzia di viaggi e continua tuttora a lavorare nel mondo dei tartufi, ma dai tempi in cui affidava la sua rabbia al web ora alcune cose sono cambiate.

"La qualità della vita qui in Colombia con il Covid è notevolmente peggiorata – racconta Ruggeri –, ovunque c’è molta povertà. Io vivo qui da ormai due anni e la situazione con la pandemia è peggiorata a vista d’occhio, pensate che da cinque mesi è praticamente tutto chiuso, si può uscire di casa un’ora a settimana per fare la spesa, scaglionati in base all’ultima cifra della carta d’identità o del passaporto. Qui molta gente viveva di turismo ma le spiagge sono state chiuse per tutti questi mesi ed il calo del flusso turistico è stato consistente".

Per il futuro però i suoi progetti non si fermano: "Ho lanciato una campagna di solidarietà per fare del bene per queste persone – racconta Ruggeri –, una raccolta fondi per costruire una scuola per bambini, qui con una cifra contenuta si riuscirebbe a fare una cosa fatta bene. In vendita ci saranno dei gadget con le frasi più famose del mio video, trovate tutto sui miei profili Instagram e Facebook".

"Ti ciaccherei la testa", "Son tartufi questi?", "Non so se questo è un tronco o un tartufo" e altre "perle" campeggeranno su magliette, felpe, bavaglini e naturalmente mascherine. Ma Ruggeri è andato oltre: "Per sostenere questo progetto sto creando una associazione che si chiama “Amici del Re del Tartufo“ – continua – che non si occuperà solo di beneficienza ma anche di portare avanti un dibattito su alcuni temi che per me, che da sempre mi interesso di tartufi, sono importantissimi, dalla salvaguardia dell’habitat del prezioso tubero alla sua tracciabilità fino alla piaga dell’avvelenamento dei cani per la quale sarebbe il caso di instituire delle pene esemplari".

Il legame col tartufo arriva da lontano: "A tre anni chiesi per a Babbo Natale come regalo un vanghetto – racconta Ruggeri –, già da bambino volevo diventare un tartufaio, innamorato dei cani e della natura. Crescendo sono sempre andato a tartufi e rimasto nell’ambiente diventando poi commerciante". La sua fama, nonostante il tempo passato dall’epoca del video, è fortissima sui social e tra i giovani: "Anche se vivo lontano vengo bombardato di contatti e richieste dall’Italia, tanti giovani che mi scrivono anche solo per fare due chiacchiere o per farsi fare un video messaggio di auguri. Sono poi molto popolare tra i tartufai, tanti si rivolgono a me per parlare dei problemi del mestiere o per farmi vedere i loro ritrovamenti più belli. Ora sto cercando di contattare Fedez che qualche giorno fa è stato a tartufi con Chiara Ferragni e sui suoi social ha fatto un riferimento al mio video: mi piacerebbe coinvolgerlo nel mio progetto di solidarietà".

Andrea Angelini