GIORGIA MONTICELLI
Cronaca

Ivano Dionigi fa il sold out: "Ci salveranno le tre ’i’"

La lectio dell’ex rettore dell’Alma Mater nell’ambito del festival "Kum!" "Gli studenti devono chiedere, capire e scoprire". La conclusione per il futuro.

Nel 2015 gli fu conferita all’unanimità la cittadinanza onoraria grazie alla sua personalità di spicco e rilievo, un premio che ha ribadito con fierezza anche ieri pomeriggio davanti alla sua platea, al completo, al teatro Sperimentale. Ivano Dionigi, ex rettore di quello che lui chiama "un mega condominio" che racchiude l’arte dell’imparare - cioè l’Università di Bologna - ha tenuto una lectio sul passato, presente e futuro della scuola in occasione dell’ottava edizione del festival Kum!, che quest’anno ha come focus proprio "La vita della scuola".

Un excursus tra i migliori latinisti che raccontano la vita della scuola italiana che, "nonostante tutto, rimane la migliore scuola d’Europa – ha sottolineato Dionigi durante il festival ideato da Massimo Recalcati -. Un’istituzione, probabilmente l’unica, sulla quale è ancora possibile contare e affidarsi, in un ruolo che eleva la formazione di menti ben pensanti e cittadini del domani". Ma di quale scuola si parla? La domanda al centro della lectio che ha sviluppato Dionigi ha dato una chiave interpretativa che prende in riferimento tre parole latine: ’interrogare’, ’intelligere’ e ’invenire’. "Le tre ‘i’ di cui si deve far carico la scuola di oggi – continua Dionigi – e che devono creare domande nei giovani studenti: far comprendere e scoprire quello che ancora è oscurato", il tutto in un’era digitale che oggi come ieri deve intersecarsi con il linguaggio umanistico.

La conclusione, poi, è rivolta al futuro. Un augurio agli studenti e al grido d’allarme che stanno lanciando ad una generazione che non riesce più ad ascoltarli: "Impegnatevi in politica, fatelo per voi stessi e per noi che non ce l’abbiamo fatta a lasciarvi in un mondo migliore. Siate consapevoli della vostra forza, siate esigenti. Siate perfetti. Il mondo sarà un posto migliore solo quando smetteremo di dire ‘tuo figlio è tale e uguale a te’, ma quando diremo ‘sei tale e uguale a tuo figlio".