ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

Melissa, dall’orrore al sorriso: "Condannato il mio violentatore e io sono rinata"

Abusi sessuali all’uscita del Malindi di Cattolica, confermati 4 anni e 2 mesi a un albanese residente a Vallefoglia. La vittima, 23 anni: " Se mi guardo indietro mi rendo conto di tutto il dolore che ho attraversato e superato"

Melissa Scoccimarro, 23 anni, con l’avvocatessa Elena Fabbri davanti alla Corte d’Appello di Bologna

Melissa Scoccimarro, 23 anni, con l’avvocatessa Elena Fabbri davanti alla Corte d’Appello di Bologna

Pesaro, 16 maggio 2024 – Un anno dopo la violenza subita si era tatuata un piccolo punto e virgola sul polso. "Dopo quello che ho passato potevo mettere un punto, potevo pensare che la mia vita fosse finita e invece no. Il punto e virgola indica infatti una pausa dopo la quale si ricomincia a vivere". Melissa Scoccimarro, 23enne pesarese, ha partecipato ieri all’udienza di fronte alla Corte d’Appello di Bologna che ha confermato la condanna in primo grado a 4 anni e 2 mesi nei confronti di Bujar Metushi, albanese 22enne residente a Vallefoglia, per aver violentato la giovane il 12 giugno 2022 fuori dal locale Malindi di Cattolica.

Ora il giovane albanese si trova agli arresti domiciliari. "Tra meno di un mese saranno passati due anni da quella notte – racconta Melissa che ieri, accompagnata dal suo avvocato Elena Fabbri, ha raggiunto Bologna in treno per assistere alla pronuncia della sentenza –. Se mi guardo indietro mi rendo conto di tutto il dolore che ho attraversato e superato. Mi trovavo in una situazione di grave trauma e dolore, dove facevo anche difficoltà nell’assemblare i pezzi. ‘La mia vita è finita’, pensavo, e mi chiedevo perché una violenza simile fosse capitata proprio a me. A volte ancora riaffiorano dei ricordi, dei pensieri intrusivi e dei flashback della violenza che ho subito. Ma ho imparato a stoppare quei pensieri".

Quello di Melissa non è stato un percorso facile ma ha saputo affrontarlo con grande determinazione. "Ci sono stati dei giorni di inquietudine e incertezza, in alcuni momenti avrei addirittura voluto ritirare la querela – racconta –. Non me la sentivo di affrontare l’iter del processo, non volevo rivedere chi mi aveva violentata, avevo paura. La prima volta in cui ho incrociato nuovamente il suo sguardo in tribunale sono andata in panico: l’idea di entrare in aula mi terrorizzava, avevo paura del giudizio dei giudici. Anche stanotte, pensando a questa sentenza di appello, non ho dormito, ma nonostante l’ansia e la paura sono andata avanti e ho affrontato tutto ripetendomi costantemente che era giusto che il colpevole pagasse per quello che mi aveva fatto".

E ora per Melissa si aprono nuovi orizzonti e nuovi progetti e soprattutto il desiderio di mettere a servizio la propria orribile esperienza per cercare di aiutare gli altri. Si è candidata alle elezioni amministrative nella lista "PeSarò, giovani per Lanzi sindaco", per sostenere la candidatura di Marco Lanzi come del resto ha fatto l’avvocato Elena Fabbri, che si è candidata della lista "Pesaro Svolta", sempre a sostegno di Lanzi.

"Ho conosciuto Marco perché insieme abbiamo partecipato ad alcuni progetti di sensibilizzazione nelle scuole contro la violenza e il bullismo, in collaborazione con l’associazione Gens Nova – racconta Melissa che ora, anche con i suoi studi universitari in Scienze e tecniche psicologiche, desidera mettersi a servizio degli altri –. Penso che dalla mia esperienza negativa possa nascere un messaggio prezioso che desidero condividere con chi si trova o si è trovato nella mia stessa situazione. Voglio veicolare il concetto che la vita non finisce lì". "No, denunciare non è sempre inutile. No, non si è vittime per sempre – è la dedica rivolta alla giovane via social dall’avvocato Elena Fabbri che l’ha sostenuta lungo il difficile percorso –. Oggi la giustizia ha fatto il suo corso. E ora fai ciò per cui sei nata, vola in alto e realizza tutti i tuoi sogni".