Pane, da gennaio un rincaro del 20 per cento

Pesaro: pasticceria su del 25%, anche la colazione al bar sarà più cara. I panificatori. "Prezzi fermi da tre anni, la farina è raddoppiata"

Il workshop dedicato al pane in svolgimento alla Moretti Forni

Il workshop dedicato al pane in svolgimento alla Moretti Forni

Pesaro, 3 novembre 2021 - La stangata dei rincari arriva anche per il pane. Da inizio gennaio i panificatori della provincia associati a Confcommercio, Cna e Confesercenti, hanno deciso di aumentare il prezzo del 20 per cento. La pezzatura da mezzo chilo e da due etti e mezzo, e cioè la più diffusa, passerà da 3,60 euro a 4,20 e da 4,60 a 5,60. Il rincaro per la pasticceria sarà del 25% per cui una brioche passa da 1,10 a 1,30. Quindi la colazione al bar diventa più cara.

"Il prezzo del pane è fermo da 3 anni. E la farina, noi panettieri, la pagavamo 28 centesimi al chilo. Ora costa 50 centesimi", dice Daniele Malandrino uno dei fornai storici della città, arrivato alla terza generazione. "Sa quanto pago io solo di bolletta elettrica? Ah no? Allora glielo dico io: 3mila euro al mese".

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Primi segnali di un possibile aumento dei prezzi? "Al momento, per quello che riguarda il mio forno ma credo anche tutti gli altri, i prezzi sono rimasti fermi e non ci sono stati aumenti, ma dall’inizio dell’anno, proprio per una questione legata al prezzo della materia prima anche al costo del personale, del gas, della luce e dell’acqua, ci sarà un aumento". Riunioni, quelle dei panettieri con discussioni. Vero? "Nell’ultima, e di fornai solo su Pesaro siamo tra i 15 e i 20, si è parlato di un rincaro del 10 per cento, ma so che è stato chiesto da molti anche un rincaro del 25%. Comunque poi uno si regola come vuole. Se alza i prezzi uno, poi dopo aumentano tutti a ruota. Sono aumentate già le brioche, questo sì, tanto che ho letto sui social che qualcuno scriveva di voler tornare alle vecchie abitudini, e cioè fare colazione in casa". Torniamo alla farina... dicono che scarseggia anche nei supermercati. Cosa le risulta a lei che è del mestiere? "Pare che il problema, facendo delle verifiche, in realtà ci sia. Secondo alcuni che operano in questo settore sembra che sia legato ad una possibile speculazione per arrivare ad un aumento del prezzo. Ma non so onestamente quanta verità ci sia dietro a queste indiscrezioni di mercato. Sicuramente sopra un chilo di farina pesa anche il costo del trasporto che è aumentato con i rincari dei carburanti. E’ una catena". In questo periodo di crisi, i consumi come vanno? "Negli anni il consumo del pane è calato, se ne mangia meno. Con la fine del lookdown si è verificato un fatto: è aumentata la percentuale che diamo ai ristoratori forse perché la gente ha voglia di uscire per cui cucina di meno. Poi si è notata un’altra cosa..." E sarebbe? "Per esempio per i pani fatti con farine speciali che si facevano arrivare anche dalla Germania, quindi una produzione per un mercato di nicchia, la domanda è diminuita. Ma non so dire onestamente se questo calo del mercato sia dovuto al fatto che è calata la capacità di spesa".