Un antro suddiviso in due spazi che brulica di persone al lavoro, quattro lunghi tavoli, fotografie in bianco e nero della Festa dell’Aquilone che fu e la scritta “Nel blu dipinto di blu“ che sovrasta tutta la stanza. Blu, come il colore della contrada. Così si presenta la sede in cui Valbona si sta preparando all’atto principale della 67ª edizione della festa. A coordinare il lavoro è Laura Ranocchi (foto), capocontrada dal 2017, che racconta: "Ripartire dopo uno stop come quello della pandemia è dura, soprattutto per una contrada piccola come la nostra. Però c’è anche felicità di ricominciare, forse addirittura siamo cresciuti un po’ di numero: abbiamo delle nuove leve e, soprattutto, siamo ripartiti tutti insieme. Non c’è stato un momento in cui eravamo 3-4 e poi gli altri si sono aggiunti. No, siamo stati una quindicina già da subito e ci vediamo tutte le sere".
Tre volte vincitrice del Trofeo Città di Urbino (1985 - 1989 - 1990), Valbona non trionfa da oltre 30 anni. Non è però semplice organizzare la vita della contrada, spiega Ranocchi: "Anche se tutti partecipano, è difficoltoso, il tempo è limitato e si lavora solo di sera. Da noi pure le nuove leve, di 14-15 anni, che hanno imparato a fare gli aquiloni insegnano a chi si aggiunge o ai più piccoli, però sono pochi quelli che sanno costruirli molto bene. C’è una suddivisione dei compiti obbligata, considerando lo spazio ristretto in cui ci muoviamo. Nonostante tutto, stiamo provando a realizzare anche gli aquiloni di bellezza, magari più ridotti, per farli passare dalla porta. Inoltre, parteciperemo alla gara per l’aquilone più piccolo: prima non lo faceva nessuno, perché sapevano che contro Sirto non c’era storia, però ora abbiamo deciso di farlo, in sua memoria, e alcuni ragazzi si sono appassionati. Insomma, ci saremo e proveremo a vincere, anche se ci mancheranno alcune figure chiave".
n. p.