Rettile marino al museo di Cantiano Quando il Petrano era sott’acqua

Oltre 185 milioni di anni fa, tutti i nostri monti erano ricoperti dal mare e ora restituiscono tante sorprese

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Sono piccoli musei, ma raccolgono storia e tesori. Uno di questi si può ammirare al Polo Museale Sant’Agostino di Cantiano. A raccontarci di cosa si tratta è Paolo Faraoni esperto paleontofilo di Secchiano. "Si tratta – dice sorridendo Faraoni - di ‘Ugo’ un ‘rettile marino’ del monte Petrano, quando il mare ricopriva le montagne di oggi. E’ stato il professor Umberto Nicosia, paleontologo dell’Università La Sapienza di Roma a scoprire negli anni ’90 le orme di Ugo, ovvero Accordiichnus natans, un nuovo genere di rettile che dopo lo studio e la pubblicazione, è stato ricostruito ed è visibile al museo di Cantiano".

Continua Faraone: "Le orme sono state trovate nella cava Maranghi alle pendici del Monte Petrano, nella valle del Fiume Burano. La cava era attiva già dall’inizio del secolo scorso. La pista è lunga circa 3 metri ed è costituita da oltre 40 impronte impresse da un rettile marino sconosciuto e conservate sulla superficie superiore di uno strato di circa 185 milioni di anni fa. Il rettile marino scendeva nei fondali marini per nutrirsi di alghe e a caccia di qualche preda e la sua pista è stata fortunatamente conservata per particolari processi di fossilizzazione. Le nostre montagne non finiscono mai di stupirci, aspettiamo sempre che gli amministratori trovino il modo di valorizzarle per i loro immensi contenuti scientifici e naturalistici".

Amedeo Pisciolini