
L’Istituto di istruzione superiore Donati di Fossombrone, sede della mostra
Si è inaugurata ieri mattina all’Istituto di istruzione superiore Donati di Fossombrone la mostra "Costruttori di pace", dedicata a 7 figure di rilievo nel panorama del pacifismo. L’esposizione, articolata in una serie di pannelli divulgativi, sarà visitabile fino al 30 maggio. In un mondo che dopo la fine della Guerra Fredda, nell’ormai lontano 1989, sembra ripiombato in uno scontro tra potenze globali agli antipodi per interessi e ideologia e che conosce una guerra su suolo europeo, un’altra in Medio Oriente e molte in Paesi lontani che non fanno notizia, per lo più in Africa, il pacifismo sembra quanto mai inattuale. Da più parti si rispolvera l’antico adagio "si vis pacem para bellum", ma nel corso della storia c’è anche chi si è sottratto agli imperativi della Realpolitik. Per esempio i sette personaggi di cui si occupa la mostra del Donati. Si va da Mohandas Gandhi a don Milani, da Giorgio La Pira a padre Ernesto Balducci, fino a Carlo Bo, Alessandro Serpieri e Valerio Volpini.
Un percorso tra spiritualità, letteratura, azione politica ed educazione. Gandhi, padre dell’indipendenza indiana dall’impero britannico, concepisce la nonviolenza come principio assoluto, non tattica politica. Il suo è un pacifismo integrale. Giorgio La Pira, sindaco di Firenze, reinterpreta il pacifismo alla luce del Vangelo e della Costituzione, in una sintesi di misticismo e impegno politico: la pace si costruisce a partire dalle città, dalle istituzioni e dalla giustizia sociale. Don Lorenzo Milani porta la radicalità della nonviolenza tra i banchi della scuola di Barbiana. La sua Lettera ai cappellani militari e poi ai giudici esprime un pacifismo educativo: la disobbedienza civile come dovere morale contro le guerre dei potenti. Padre Ernesto Balducci coniuga teologia e antropologia: la pace è un orizzonte planetario, che supera i confini. Il suo è un pacifismo profetico che denuncia l’equilibrio del terrore atomico dell’epoca della Guerra Fredda e apre all’idea di un "uomo planetario". Meno noti ma non meno significativi, Alessandro Serpieri, poeta e intellettuale cattolico, e Valerio Volpini, fanese, scrittore e direttore per sei anni dell’Osservatore Romano, che testimoniarono un pacifismo più culturale e letterario. In loro, la pace è tensione interiore, radicata nell’esperienza cristiana ma attenta ai drammi della storia. Carlo Bo, critico letterario e senatore a vita, visse la pace più come riflessione spirituale che come battaglia pubblica. Sette voci, sette visioni: la pace, per tutti loro, non è solo assenza di guerra, ma un progetto umano, culturale e spirituale da costruire giorno per giorno. La mostra è a cura di Giorgio Tabanelli.
a. bia.