Stupro fuori dalla discoteca a Gabicce: lui nega, lei invece non ha dubbi

Gli inquirenti dovranno ripercorrere i fatti ascoltando i vari testimoni di quella notte del 29 luglio

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Il caso del presunto stupro a Gabicce monte ai danni della turista 18enne del Bergamasco vede contrapposte due versioni. Quella della giovane e quella dell’accusato. Lei, arrivata in vacanza a Riccione con la famiglia, dopo la presunta violenza nel parcheggio della Baia Imperiale ale 4 della mattina del 29 luglio, è ricorsa alle cure ospedaliere alle 22 sempre del 29 luglio per poi presentarsi la mattina dopo in Questura a Rimini depositando la querela per stupro e lesioni. Poi c’è la versione del 35enne, imprenditore, originario di Venezia, con interessi immobiliari a Milano, incensurato. Si è visto mettere le manette alle 18 di sabato 30 luglio mentre stava partendo da Riccione con gli amici, destinazione Gallipoli. Lo accusano di violenza sessuale e lesioni personali gravi, indizi basati anche sui 45 giorni di prognosi diagnosticati dai medici del pronto soccorso riminese che hanno visitato a lungo la ragazza, sottoponendola ad una serie di esami da parte di almeno cinque medici, esami compresi quelli legati a malattie veneree. Per i sanitari, la giovane ha avuto o subìto rapporti sessuali ’forti’ che potrebbero averle causato conseguenze fisiche seppur non evidenti ma che la ragazza afferma senza indugi. A questo si contrappone la teoria difensiva del 35enne che ha subito confermato il rapporto sessuale ma escludendo categoricamente di aver forzato la volontà della ragazza o di aver dato schiaffi o tenuta ferma con violenza la ragazza. La procura di Pesaro, col pm Maria Letizia Fucci, si appresta a dover chiedere misure cautelari per l’accusato, il quale ha avuto dal giudice di Rimini gli arresti domiciliari col braccialetto elettronico. Mancando questo oggetto, il 35enne rimane in carcere a Rimini in attesa del braccialetto o di una nuova misura cautelare