Un colonna di 100 auto, in fila per il tampone

Chi aspetta da un’ora, chi ha con sé i figli piccoli. Le infermiere: "Ora arrivano anche i bimbi dell’asilo". Ogni giorno, 300 test

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di Nicholas Masetti

Trecento tamponi al giorno, circa 1000 a settimana. Senza pause, ritmo costante. Macchina che viene, macchina che va. In Strada dei Cacciatori ogni martedì, giovedì e sabato mattina funziona così. Quattro infermiere e una dottoressa lavorano no-stop, i pazienti attendono in auto. Accendi e spegni. Si avanza pian piano, la fila è lunga, il momento pesante. Qualcuno sta al telefono, altri leggono. Chi solo, chi in compagnia della famiglia. Tutti sono in attesa del tampone.

"La soglia dell’età dei pazienti si è abbassata, ora ci sono anche molti bambini dell’asilo. Ma i genitori sono i più noiosi nel farlo", racconta un’infermiera che in passato lavorava al carcere di Villa Fastiggi, mentre toglie guanti e camice. Il suo turno al drive-in, alle 12.30, è finito. Era iniziato alle 8. Poi nessuna pausa e 270 tamponi fatti, senza neanche avere il tempo per fumarsi una sigaretta. Insieme a lei ci sono tre colleghe, più la dottoressa di turno. Sono tutte donne dell’Asur, portano avanti uno di quei mestieri oggi più difficili: infilano tamponi nella bocca e nelle narici dei pazienti.

Alle 10:30 in fila ci sono oltre 100 auto. I sei volontari delle protezione civile gestiscono il traffico e l’accesso alla zona tamponi, centro operativo del Comune di Pesaro. "Ma prendiamo anche i documenti delle persone in auto più vicine a fare il test", spiega Rosanna Pezzolesi della protezione civile. I documenti vengono poi appoggiati sui tavolini. Le infermiere in base ai nomi e cognomi prendono il kit specifico già pronto, contente i tamponi faringeo e nasale. "I tamponi sono tutti segnati – racconta un’infermiera – Ogni giorno noi facciamo la lista che ci viene assegnata". Con l’evidenziatore giallo viene spuntato chi ha fatto.

Tra chi farà, in coda con l’auto, una signora ci spiega la sua situazione: "Sono in fila da un’ora e un quarto, arrivando tardi pensavo di fare prima. Invece, sono in ancora in attesa. Aspetto la negatività. 12 giorni fa sono risultata positiva. Di sintomi ho avuto la febbre un giorno, mal di gambe e ho perso l’olfatto". La dottoressa di turno, infatti, spiega chi sono i pazienti in coda: "Per la maggior parte sono paucisintomatici perché chi ha sintomi più importanti viene visitato a casa". Una volta finito il turno al drive-in, per le infermiere la giornata non è finita. Almeno altre sei ore di lavoro, facendo tamponi a domicilio insieme ai medici.

Alle 11:45 la coda inizia a calare. Il grosso è stato fatto. Mancano ancora una trentina di auto. Nell’ultima in fila c’è un ragazzo che dal finestrino racconta la sua situazione: "Sono stato a contatto con un collega risultato positivo dove lavoro, in un’azienda. Lui è asintomatico, da quasi 20 giorni a casa. Io nel fine settimana scorso ho avuto qualche linea di febbre e per questo sono qua. Ho chiamato il mio dottore lunedì mattina e già oggi – ieri, ndr – faccio il tampone. Non me l’aspettavo". Domani mattina si replica, è tempo di un altro turno.