ANGELICA PANZIERI
Cronaca

Vaccino ai bambini Pesaro: negli hub arrivano i clown dottori

Sono state 245 le prenotazioni in provincia per la fascia tra 5 e 11 anni, 1.311 in regione: poco sopra l’1% Si parte oggi a Urbino, poi toccherà a Muraglia. Il pediatra Arcangeli: "La malattia grave è rara ma esiste"

Dottori vestiti da clown negli hub per i vaccini ai più piccoli

Dottori vestiti da clown negli hub per i vaccini ai più piccoli

Pesaro Urbino, 16 dicembre 2021 - Vaccini e clown per accompagnare i bambini all’appuntamento mai troppo disinvolto con il ’picco’. Sono stati 245 i bambini in provincia di Pesaro che ieri, attraverso i loro genitori, si sono prenotati per ricevere il vaccino anti-covid. Calcolando che la platea di riferimento è di 22.496 piccoli tra i 5 e gli 11 anni, si tratta dell’1,1% del campione. Il totale delle prenotazioni nelle Marche si è fermato a 1311 su 92.645, pari all’1,4%. Buone performance ad Ancona, che ha totalizzato 658 prenotazioni nella prima giornata, pari al 2,2%, il doppio di Pesaro.

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La vaccinazione si svolgerà nei quattro punti nell’Area Vasta 1: l’Ospedale di Urbino, il Distretto di Cagli, la Casa della Salute di Vallefoglia e l’Ospedale di Muraglia a Pesaro. Qui, ieri, si erano totalizzati 60 appuntamenti, al punto che per domani, quando si darà il via alle somministrazioni, l’azienda ospedaliera sta cercando di reperire il personale necessario ad allungare la seduta vaccinale, portandola da 2 ore (13-15) a tre (fino alle 16). Ore nelle quali, per rendere l’attesa più piacevole ed esorcizzare eventuali timori, l’azienda ha messo in campo una squadra di clown dottori dell’associazione T’immagini onlus, che da anni collabora con la Pediatria di Marche Nord per portare il sorriso ai piccoli ricoverati. Invece all’Ospedale di Urbino il compito spetterà all’Accademia della Risata il cui responsabile è uno psicologo del nosocomio. L’orario osservato sarà 14-19, da oggi a sabato, poi lunedì, martedì e giovedì prossimi, e ancora il 27 e 28 dicembre, per poi riprendere a gennaio. 

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Le prenotazioni si effettuano con tessera sanitaria e il codice fiscale del bimbo, su https://prenotazioni.vaccinicovid.gov.it o con il Numero Verde 800.00.99.66 dalle 8 alle 20 (attivo tutti i giorni). Anche all’appuntamento è necessario presentarsi muniti della tessera sanitaria del minore e dei moduli possibilmente già compilati dal genitore. Verrà inoculato il Pfizer con una dose ridotta, pari a un terzo del dosaggio autorizzato per adulti, e in formulazione specifica. Richiamo dopo 21 giorni.

Dottor Bruno Arcangeli, pediatra e segretario regionale Fimp (Federazione Italiana Medici Pediatri) Marche, si sono aperte le prenotazioni per le vaccinazioni ai più piccoli, di età compresa tra i 5 e gli 11 anni. Cerchiamo di sciogliere i dubbi per chi ancora è restio: lei lo consiglia?

"Assolutamente sì. I motivi sono individuali e collettivi: sui collettivi credo non ci sia bisogno di entrare nel merito; individuali perché anche se una malattia, nei bambini, in genere si manifesta in modo più lieve, dobbiamo fare i conti con dati che parlano chiaro: abbiamo avuto in Italia 38 morti di bambini per Covid, anche se fragili. Inutile negarlo: quella del Coronavirus è una malattia che può generare complicazioni anche nei più piccoli. Stiamo vaccinando per la meningite, che ha molti meno casi rispetti a quelli gravi di Covid. Perché non dovremmo vaccinare per il Coronavirus?".

Quante mamme le hanno telefonato, in questi giorni, per chiederle consigli? Come le ha rassicurate? "Mi hanno chiamato tantissime mamme, ma erano tutte abbastanza tranquille. O perlomeno, anche le più dubbiose, si sono poi tranquillizzate. Molte di queste vaccineranno i propri figli. Le ho rassicurate spiegando che si tratta di un vaccino sicuro, con protezione al 91%, già testato in altri paesi come gli Stati Uniti e Israele. In America hanno già vaccinato 3 milioni e mezzo di bambini, senza evidenza di segnali di allerta".

Ai bambini della fascia d’età 5-11 anni, verrà inoculato solo un terzo del dosaggio di Pfizer, autorizzato per gli adulti: perché? "Perché la sperimentazione è stata fatta in questo modo ed ha funzionato. Il bambino, rispetto all’anziano, risponde molto bene ai vaccini. Si è visto che un terzo del dosaggio è sufficiente. Dovrà poi fare il richiamo a 21 giorni di distanza".

Cosa risponde a tutti quei genitori che non vaccinano i propri figli per paura delle reazioni avverse? "Che le reazioni avverse sono minime. L’unica – che non mi risulta tra l’altro sia stata segnalata col vaccino per questa fascia di età – è la miocardite, che poi è in forma benigna e non ha avuto esisti in nessuno dei casi precedenti. Altri effetti collaterali non ce ne sono".

Secondo lei, potevamo risparmiare i più piccoli dalle somministrazioni? "Risparmiarli, non avrebbe avuto senso. E’ giusto vaccinarli. Si va in base alla situazione attuale e i numeri dei contagi parlano da soli. Chiaro che si potevano fare scelte politiche diverse, magari introducendo prima l’obbligo per tutti gli adulti e far aspettare i bambini. Ma questo non spetta a me dirlo. Io, da medico, posso dire che, dal punto di vista sanitario, procedere con le somministrazioni va bene".

Quanto è alto il rischio che hanno i bambini, in questa fascia d’età, di incorrere in un contagio? "In questo momento molto. Anche perché i bambini sono quelli che si stanno ammalando di più. I non vaccinati, perlopiù tra i 30 e 40 anni, sono spesso i loro genitori. Si pensi che i bambini vanno a scuola, frequentano la comunità, aderiscono in maniera rilevante alla vita sociale e più facilmente, dunque, si ammalano. Per fortuna, nel bambino, la malattia grave è rara, però esiste. Non si può essere ottusi e pensare che ai propri figli, solo perché sono in salute, non debba mai succedere nulla. Se non li si vaccina, può succedere di tutto. Ma lo si capisce sempre dopo il valore della protezione degli altri".

Cioè? "Dico che non si può essere egoisti. Può succedere a chiunque di trovarsi nelle condizioni di passare da uno stato di totale salute a quello di malattia. Sa quanti ne vediamo, in un anno, di bambini sani che poi si ammalano e non lo sono più?".

Se c’è un posto dove il virus corre rapido, di sicuro è nelle scuole. Nella provincia di Pesaro e Urbino, 59 classi sono in quarantena: 25 di questa alla primaria, 11 alla secondaria e 23 alle superiori. "Mi sembra evidente che parliamo di un numero altissimo di classi in quarantena. Se continuiamo così, non finiamo più. Anche perché in Dad ci finiscono, magari, bambini sani che non hanno bisogno di stare a casa. Per questo è importante procedere con le vaccinazioni".