"Viaggiano le autobotti dell’acqua per versarla nell’acquedotto di Urbino mai potenziato"

L'ex responsabile dell'ufficio tecnico del Comune di Urbino, Michele Felici, denuncia la mancanza di acqua potabile nelle zone rurali a causa di perdite e siccità. Critica la Multiservizi per il suo disinteresse verso l'entroterra e il mancato rispetto degli impegni finanziari presi nel 2001. La situazione preoccupa e dimostra l'inadeguatezza delle strutture e l'indifferenza dei politici.

Michele Felici, ex responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Urbino, ci ha inviato questa nota su un fatto che lo ha molto incuriosito e preoccupato: "Da diverse settimane l’autobotte di Marche Multiservizi carica acqua potabile dalla centrale di San Donato a Urbino e la cosa mi suscitava “simpatia” perché la collegavo al servizio di “rifornimento idrico” di qualche famiglia sperduta nella campagna.

Seguendo le autobotti (che sono due), ho scoperto che queste sono in movimento per alimentare serbatoi dell’acquedotto esistente e funzionante dove, per colpa della siccità e/o di qualche perdita, non c’è abbastanza acqua per accontentare gli utenti".

"Il maggiore di questi inconvenienti si verifica nel comune di Urbino, nella linea che si chiude ad anello fra Ca Mignone, San Cipriano, Montesoffio, Ca La Lagia, Pieve di Cagna, Cavallino, Gadana. Molto tempo fa dicevano che non vi erano i denari, oggi questa cosa risulta una giustificazione non plausibile perché tutte le cose volute e programmate vengono finanziate e realizzate come è stata realizzata la linea idrica che porta l’acqua

dell’acquedotto del Nerone alla “Città di Vallefoglia”".

"Questa mancanza di attenzione – scrive Felici – verso le strutture dell’entroterra dimostra, ancora una volta, che la Multiservizi è interessata agli utili e a qualche “opera” i cui beneficiari gli

permettono di gestire, senza alcun vincolo di pubblica utilità, i servizi pubblici".

"Tutto ciò risulta (a mio parere) molto preoccupante soprattutto perché i politici e amministratori dell’entroterra ignorano completamente il problema che, con la siccità che si prospetta, sarà sempre più vitale. Ritengo, comunque, che la costa risolverà il suo problema magari utilizzando il pozzo del Burano, l’entroterra rimarrà con i suoi problemi dati dalla inadeguatezza delle strutture e, soprattutto, dal disinteresse dei nostri politici e amministratori che si accontentano di qualche lavoretto e molti bla bla bla".

Ma il dottor Felici non parla mai senza provare quello che dice. Ecco cosa la convenzione tra Marche Multiservizi e comune di Urbino del 2001: "Convenzione n. 2869 del 28.02.2001 art.12, punto 5: Al momento del trasferimento il Gestore s’impegna a finanziare il potenziamento della linea dell’acquedotto Urbino (Ca Mignone) – Tufo – Montesoffio – Ca’ La Lagia – Girfalco per un impegno di 2 miliardi di lire entro il 2002 e il potenziamento della linea dell’acquedotto Urbino per un impegno di 3 miliardi 150 milioni di lire entro il 2005". Siamo nel 2024: viaggiano le autobotti.