Popolare Valconca, a Pesaro in 600 col fiato sospeso

L'ala pesarese dell'istituto romagnolo vale infatti il 13% del capitale

Popolare Valconca commissariata (foto del 20/11 in cui si votò il no alla fusione)

Popolare Valconca commissariata (foto del 20/11 in cui si votò il no alla fusione)

Pesaro 5 dicembre 2022 - Pesaro e la sua provincia pesano all’interno della banca Valconca per il 13 per cento del capitale e gli azionisti sono circa 600. na storia romagnola finita sotto traccia perché il cuore di questa banca è a Morciano di Romagna. Ma il peso della componente pesarese è superiore a quella della stessa Morciano ed è quasi alla pari con Cattolica. Più vicina di quello che possa sembrare questa banca alla città ed al territorio perché nella ‘pancia’ della Valconca, tanto per dire, c’erano la villa Bucci in viale della Repubblica, la villa dei Nava nell’ex piazzale Trieste e quindi partecipazioni in diversi hotel della città. Molti piccoli risparmiatori dentro, ma anche alcuni imprenditori (noti, ndr) ed anche di peso tra i soci, soprattutto nell’area di Montecchio.

Popolare Valconca commissariata (foto del 20/11 in cui si votò il no alla fusione)
Popolare Valconca commissariata (foto del 20/11 in cui si votò il no alla fusione)

Se siamo vicini ad una piccola Banca delle Marche? Abbastanza. Le azioni di questo istituto di credito sono praticamente carta perché non sono commerciabili – il valore è passato da 13 euro a 0,70 e nessuno le vuole – anche se i soci sperano che la situazione finanziaria cambiare. Fino ad un anno fa il presidente della popolare Valconca è stato Costanzo Perlini, costruttore edile ed ai tempi ancora presidente provinciale e regionale dei costruttori edili di Confindustria. “Ho mollato lo scorso anno soprattutto per ragioni legate al lavoro che è aumentato molto. Poi fare il presidente di una banca è molto impegnativo. Non ho mai studiato tanto – dice – come nel periodo in cui ho ricoperto quella posizione. Comunque fino a quando ci sono stato io la banca ha chiuso con gli utili“.

La situazione della Valconca non è bella dopo l’intervento dei commissari di Banca d’Italia che non hanno trovato i parametri in linea con quelli che sono i dettami della banca di stato. Una storia già sentita e che ha fatto danni grossi in provincia: Banca delle Marche. Se è vero che gli industriali-azionisti non si strapperanno le vesti per la situazione dell’istituto di credito, è però vero che molti piccoli risparmiatori non stanno vivendo belle giornate anche perché in tanti hanno messo in questo istituto molti dei loro risparmi. Questo perché “la banca ha attraversato periodi molti buoni per cui in molti la vedevano come un salvadanaio per cui ci hanno investito tutto il loro gruzzolo“, dice Perlini.

A proposito di risparmi c’è anche chi ci sta lasciando, se le cose non cambiano, anche 250mila euro e cioè il lavoro di una vita. Banca d’Italia all’ultimo consiglio d’amministrazione aveva indicato la strada di una fusione o di una aggregazione indicando Blubanca, un braccio della Popolare del Lazio. Che si prendeva il 93 per cento del capitale lasciando solo il 7% ai vecchi soci. Il che voleva significare che un patrimonio ‘teorico’ di centomila euro diventava all’incirca di 10mila sempre teorico. Cosa questa che nell’ultima assemblea ha fatto prevalere i ‘no’ sui ‘si’ all’aggregazione. Storia romagnola ma sono in 600 che ‘pregano’ nel pesarese.