Fano (Pesaro e Urbino), 15 febbraio 2014 - Una macabra scoperta in spiaggia. Una distesa di vecchie lapidi (foto) spezzate giace sul litorale di Sassonia. Decine e decine di pezzi di marmo fanno bella mostra di sé sopra i sassi bianchi alla fine della passeggiata del lungomare di levante. Nella spiaggia libera che costeggia il punto in cui la martoriata viale Ruggeri curva a sinistra per intersecare viale Adriatico, ci sono pietre tombali su cui si leggono nomi di “angioletti” volati in cielo.

Le ha scoperte ieri pomeriggio una mamma che passeggiava con i figli. "Arrivata in spiaggia con i bimbi, loro sono corsi a vedere queste pietre incise — racconta Federica Cappello, 39 anni —, e hanno iniziato a giocare dicendo “è una mappa del tesoro”. Siccome sono piccoli e non sanno leggere mi sono avvicinata e... veder scritto “un angioletto è volato in cielo” è un gran dispiacere. Ho fatto finta di niente dicendo “sì sì è una mappa. Però non mi è sembrata appropriata come cosa, anche per rispetto di quella creaturina. Non è giusto che finisca lì così, insomma. Sono rimasta molto scombussolata. C’erano molti pezzi che andavano a finire quasi in acqua. Oggi (ieri, ndr) era il secondo giorno che andavo in spiaggia a cercare tronchi, l’altra volta non me n’ero accorta perché era pieno di detriti che evidentemente sono stati portati via da delle ruspe (ci sono i segni). Ma queste pietre c’erano già tant’è che ne ho portati dei pezzi, chiaramente non incisi, a casa. Probabilmente ora li ha scoperti la mareggiata. Che brutto. Non è il modo di scaricare materiali lì, sia a livello ambientale che umano. Per chi va e per chi è morto". L’istinto è stato di allontanarsi immediatamente.

Una ipotesi fa pensare ad un ripascimento “veloce” fatto con materiale di scarto dei marmisti per cercare di tamponare il più possibile la situazione. Ma in comune nessuno sa niente. L’assessore esclude qualsiasi intervento del genere. "Non è stato fatto alcun ripascimento della spiaggia di Sassonia — dice Mauro Falcioni —. Non si può mica fare finché non si risolve la questione delle scogliere. Ci troveremmo a spendere soldi per comprare i sassi, ma poi il mare li inghiottirebbe di nuovo".

Ma allora come si spiega questo ritrovamento? Neppure i marmisti sanno dire che ci fanno quei pezzi di pietra con disegnati fiori e incisi nomi, sulla spiaggia. "Ah, io non lo so — dice Bastianoni —, ma è una cosa strana. Non vorrei che qualche cimitero le abbia scaricate lì. Ma è difficile, mi sorprende. Io per le macerie ho il carico scarico come faccio per la plastica e gli altri materiali... faccio la raccolta differenziata e me lo vengono a ritirare. Non credo che un marmista si metta ad andare a scaricarle da solo in spiaggia. Non riesco neppure ad immaginarlo".

Tiziana Petrelli