
Mirko Tomasucci, siamo al giro di boa, la Vis avrà ancora il marchio Tomasucci mobili dietro alle maglie nel prossimo anno?
"Sono decisioni che prendiamo sempre più avanti, ma ci sono tutti i presupposti perché il nostro rapporto con la Vis prosegua ci sono tutti. Siamo molto soddisfatti sotto ogni aspetto"
Spendere soldi di questi tempi non è scontato, perché siete ancora qui?
"Perché il presidente Bosco sta facendo un grande lavoro, con Villa Fastiggi, tra l’altro vicino alla nostra sede, avremo una struttura all’avanguardia. Poi perché la squadra sta ripagando in pieno i nostri sforzi, sia come immagine che come classifica. Vedere la Vis così in alto non è roba da tutti gli anni. Peccato che ci sia poca gente"
Molti lamentano uno stadio da secolo scorso, bagnato, freddo, senza comfort. Lei cosa ne pensa?
"Questa è una questione del Comune. Posso dire che anche io vado allo stadio e lo trovo freddo, inospitale e bagnato. E concordo nel dire che è una struttura d’altri tempi"
Dice, non vale la pena per cinquecento spettatori uno stadio confortevole. Ma lei andrebbe al cinema e a teatro senza tetti e con le pareti bucate dalla bora? (ride)
"No, no, sono d’accordo, a prescindere dalla categoria e dal pubblico, se una struttura è ospitale la gente può andarci, viceversa posso anche capire chi sta a casa al caldo davanti alla televisione. I tempi sono cambiati"
Tribuna Prato da abbattere, area da riqualificare con spazi commerciali a supporto del club, cosa ne pensa di uno stadio chiuso ai quattro lati e coperto, fosse anche per poche migliaia, di proprietà Vis stile Villa Fastiggi?
"Penso che un impianto confortevole oggi è la base. Ma non so se qualcuno è in grado di fare uno stadio di proprietà. Però bisogna cominciare a pensarci"
Due dirette televisive, oltre centomila contatti, cosa significa per una azienda come la sua che fattura 14milioni di euro e ha 45 dipendenti nel settore del mobile e degli accessori?
"Molto, ma non è tutto. Ci rivediamo in pieno nel progetto di Bosco di tentare la scalata alla serie superiore con la riforma del campionato. Per questo ci siamo e, molto probabilmente, ci saremo ancora"
d.e.